E' sempre lì al solito angolo, ogni mattina con il sole o con la pioggia.
Non consacra mai la domenica, arrivi al semaforo ed i primi segni della sua presenza si manifestano con un seggiolino
piegato appoggiato ad una grata ed una borsa posata per terra, blu scuro con delle scritte ormai sbiadite. Ti fermi al
semaforo e lui si avvicina con il solito sorriso, con quegli occhi che ti chiedono, forse ti implorano ma riescono a
mantenere una grande, assoluta dignità. Ti offre dei fazzolettini di carta ed hai l'impressione che, ogni mattina, ti
offra sempre e solo la stessa confezione o forse è semplicemente che te la presenta sempre nello stesso modo, con le
stesse mani, sudate per il caldo insopportabile o bagnate dalla pioggia incessante. Non so dargli un'età, è
difficile dal suo viso rugoso, bruciato dal sole, dalla sua espressione rassegnata potrei pensare che sia anziano ma nel
contempo i suoi occhi sanno di gioventù, di speranza, una contraddizione come i suoi gesti a volte decisi, a volte
incerti, timorosi. Gli acquistai, un giorno, una confezione di fazzoletti e da allora, ogni volta, al semaforo, si avvicina,
mi sorride non mi offre più nulla perchè, forse, lui, avendo già consumato il rituale, a consacrazione
di esso, è felice di riservarmi un semplice ma significativo cenno con la mano.
In occasione del mio acquisto gli chiesi la provenienza, la più banale fra le tante domande che volevo fargli e mi
rispose con gratitudine per quell'improvvisa inaspettata manifestazione di interesse. "Marocco, Marrakech!!!" ... era grato
per la domanda ed era orgoglioso della sua risposta.
Ora non era più un anonimo extracomunitario all'angolo di una strada, ora aveva una identità, una provenienza.
Marrakech: che splendidi ricordi! Il profumo delle spezie nei Souk, i vicoli stretti della Medina, la mitica Jemaa El
Fnaa, uno spettacolo nello spettacolo: i venditori d'acqua, gli incantatori di serpenti, i prestigiatori e sempre quella
musica, quei profumi che ti assalgono con violenza e solo quando senti di averli capiti, solo quando sono entrati veramente
dentro di te, sei consapevole del fascino unico di questa città ... e poi su lungo le strade tortuose che si
inerpicano sulle montagne dell'Atlante e poi le Kasbah, Ourzazate, Erfoud, il deserto, il vero deserto del Sahara, i suoi
silenzi. E magari anche lui fu uno di quei tanti bambini che vedevo, al mattino, con lo zainetto sulle spalle percorrere
chilometri e chilometri per raggiungere la scuola, anche lui fu uno di quei bambini che alla sera aiutano la mamma a
trasportare l'acqua o a stendere i panni lavati sul greto del fiume, anche lui fu uno dei tanti bambini che sognano un mondo
meno crudele, meno difficile, un mondo dove non è necessario lasciare i tuoi cari, la tua cultura per cercare una
vita "diversa" che cela paure, rinunce, umiliazioni.
Grazie sconosciuto Marocchino per ciò che hai saputo ricordarmi, per ciò che hai saputo trasmettermi: tu non
lo saprai mai ma, all'angolo della strada tu non vendi solo inutili fazzoletti di carta ma ... a chi le sa cogliere, grandi
emozioni ed infinite nostalgie.
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1998 - 2023 Marco Cavallini
ultimo aggiornamento 19/10/2021