H O M E P A G E

Guatemala e Belize

Passaggio negli States
Passaggio veloce a NewYork con neve ed un bel fredddo ma nessun ritardo aereo. Mi incontro con i compagni di viaggio intenti a giocare a carte davanti a Wendy's. La partenza è andata molto bene. Arrivati ad Atlanta troviamo lo shuttle che ci porta nell'hotel 3 Palms, decisamente incasinati alla reception ma dopo varie peripezie conquistiamo le nostre stanze e crolliamo per il sonno. Alle 7 in punto tutti pronti per colazione e trasferimento all'immenso aeroporto di Atlanta, check-in con i computer e lunga passeggiata ad ammirare le grandi statue dello Zimbabwe ed alcune interessanti mostre fotografiche. Qui esistono ancora anche le sale fumatori. Il Centro America ci aspetta! Tutte le indicazioni sono in spagnolo e inglese, ormai lo spagnolo è diventato la prima lingua negli States. Vamos!

Arrivo ad Antigua con il botto
Da Atlanta a Guatemala city sono meno di quattro ore di volo ma soprattutto cambia il clima, qui c'è una temperatura mite e finalmente i giacconi vanno nei borsoni. Usciamo dal traffico caotico e in un'ora e 20 siamo ad Antigua, spettacolare città coloniale che visitai circa vent'anni fai. Accerchiata da vulcani di cui uno al tramonto fa il botto e lancia una gran fumara. Il paesino è affollato essendo anche domenica con diversi interessanti mercati artigianali e diversi complessi musicali in piazza, spicca sotto i portici un gruppo di anziani in giacca e cravatta con grandi xilofoni e gente che danza. Passeggiamo finchè reggiamo alla stanchezza del lungo viaggio, ma siamo tutti appagati da questa prima veloce visita.

Antigua
Alle 2.30 mi sveglio, il fuso orario mi punisce .. esco a fumare una sigaretta e in strada ci sono diverse persone che dormono con coperte di fortuna e un gruppo di cani impegnato in combattimenti. Dormicchio fino alle 5.30 poi alle 6 con i miei 6 compagni di viaggio saliamo su un colectivo, prima breve sosta per colazione quindi in un'ora abbondante siamo alle pendici del vulcano Pacaya, salita di un'ora e trenta a piedi con ottima vista finale sul cratere, con noi due supereroi, un mio compagno di viaggio con maglietta alla Superman e un bambino americano alla Capitan America. Tutti contenti torniamo ad Antigua, pranziamo con delle confezioni di frutta mista tagliata nel mercato che visitiamo prima di una lunga ma interessante passeggiata per questa favolosa cittadina. Incontriamo anche due anziani italiani che si sono stabiliti qui e poi sosta al cafè No Se senza wi-fi ma con obbligo di chiacchiera, e così conosciamo un simpaticissimo camionista canadese e assaggiamo il buon mezcal della zona. Finalmente troviamo la sim per una compagna di viaggio che vuole contattare la figlia e poi ci godiamo un attimo di meritato riposo nel nostro bell'hotel coloniale prima di andare a mangiare in un ristorantino tipico che ho prenotato. Scopro anche che a NewYork ci è andata bene visto che poche ore dopo il nostro passaggio hanno chiuso l'aeroporto per neve. A trent'anni qua c'erano le ragazze che mi fischiavano dietro, adesso a cinquanta c'è stato un libraio che c'ha provato ... un'altra volta avvisatemi di questi cambiamenti! Nel frattempo il gruppo fa incetta di flauti! Ridendo e scherzando ci godiamo questa bella e vivace cittadina. Mi fermo anche a parlare con un signore della situazione economica italiana e mi chiede spiegazioni sulla Grecia, mi complimento da solo per l'ottimo spagnolo che ho tirato fuori.

Da Antigua al Lago Atitlan
Il fuso orario comincia ad essre assorbito e mi svegli alle 6, colazione in panetteria con ottimo caffè espresso, faccio anche il bis preso dall'entusiasmo.Gironzolo senza meta tanto per assaporare fino all'ultimo secondo la splendida Antigua. Incontro un gruppo di italiani, uno si è fatto fregare il passaporto a Chichicastenango e l'ha recuperato per la modica cifra di 50 dollari, dovrebbe esserne molto felice! Lasciamo Antigua per una prima sosta al piccolo scavo archeologico di Iximchè, carino in cui incappiamo nell'eccezionale rito maya di alcune comunità locali che celebrano la semina, poche le foto per non disturbare ma grande l'emozione per l'avvenimento. Quindi sosta al mercato di Sololà, con pochi turisti e tante persone locali, è un mercato perlopiù ortofrutticolo decisamente vero ed emozionante da visitare. Ci fermiamo a mangiare in una bancarella il piatto locale con riso e carne insieme a due tipi differenti di tortillas oltre a gustarci la tanta squisita frutta del luogo. Veloce sosta a Panajaquel quindi ci imbarchiamo e attraversiamo il lago Atitlan fino a San Pedro, un piccolo paesino alle pendici del vulcano, sede di una comunità di hippy. Giriamo il bel paesino a piedi prima dedicarci al meritato relax sul lago con partite di biliardo e scacchi. A cena bella chiacchierata con Alessia, una giovane simpaticissima ragazza di Vercelli che ha da qualche mese ha trovato lavoro qua e ci illustra la situazione locale. Diverse birre e poi a letto nella speranza che si diradi la neccia e sia possibile vedere per bene i vulcani.

Lago Atitlan
La giornata inizia con la sorpresa che un compagno di viaggio nella notte è stato male e durante la giornata gli salirà la febbre, molto probabilmente un intossicazione alimentare. Nel frattempo saliamo sulla barca che ci guiderà per il giro del Lago Atitlan, salutiamo San Pedro e approdiamo a Santiago che giriamo alla ricerca del Maximon, l'effige di San Simone venerata e che ogni anno cambia casa. In chiesa come al solito un sacco di gente, Ci fermiamo ad osservare le donne che lavano alla lavanderia maya poi troviamo il parco della pace dedicato ai martiti della cruenta guerra "civile" degli anni '90. Ci spostiamo quindi a San Marco molto popolata anche questa da hippy e da cultori della magia e delle scienze olistiche, centri di meditazione e similari mentre a Jaibalito c'è una comunità americana, yankee, con il suo proprio mercatino e tante villette sul lago. Pranziamo a Santa Cruz dove due simpatici americani scherzano con me intenti ad imparare lo spagnolo presso uno dei tanti insegnanti privati del lago. Tornati a Panajaquel ritroviamo il pulmino e ci dirigiamo a Chichicastenango in attesa del mercato dell'indomani. In questi giorni ho potuto ammirare i vestiti coloratissimi delle donne ma anche quelli da cowboy degli uomini con cappelli di paglia e pantaloni bianchi con disegnati uccelli coloratissimi, Bambini strasorridenti che giocano con archi costruiti da loro stessi. E anche tanti ragazzi occidentali fuori come pochi mentre gli hippy conducono una tranquilla vita con tanto di orti e lavoretti manuali. Tutti i paesini hanno una biblioteca comunitaria e tanti sono i luoghi con il bookcrossing, che bello se si diffondesse anche in Italia! Sulla strada una grande assemblea comunitaria decide per l'utilizzo dei fertilizzanti mandati dal governo, mentre ad un certo punto troviamo una specie di frontiera dove controllano che non passi frutta a causa di un moscerino che potrebbe distruggere le piantagioni differenti. Papaya, mango. avocado, ananas non mancano mai e rappresentano un'ottima soluzione per il pranzo. Facile cambiare i dollari, molto più complicato cambiare gli Euro, che hanno anche un cambio svantaggioso. Nel bel giro del lago abbiamo sempre avuto almeno unn vulcano nelle vicinanze, e lo stesso lago è un cratere.

Chichicastenango
Fatto il mio giro su internet ospitato per la connessione in un internet cafe, che era anche asilo nonchè cucina da asporto per tanti viandanti, andiamo a cenare nell'ottimo Las Brazas, poi cerchiamo un locale per berci l'ultima birra ma l'unica possibilità è proprio il nostro ristorante. Alla mattina finalmente il famoso mercato di Chichicastenango, per gli amici Chichi, che adesso è perlopiù di oggettistica turistica, per cui consiglio decisamente Sololà in quanto ad originalità ... però non rimaniamo delusi. Visitiamo anche il coloratissimo cimitero prima di metterci in strada per Coban, circa 7 ore di trasferimento sotto la pioggia. Superiamo in un'ora Guatemala City con le sue immense baraccopoli prima di cominicare a salire con i tornanti, la meta è infatti a 1300 metri d'altezza.Si riprende anche il compagno di viaggio infermo e a cena ospitiamo una ragazza portoghese amica di Ilaria, che ci racconta la sua esperienza di tre mesi in Centramerica, dentro ad un ristorante che una volta era un vecchio monastero. Così come ad Antigua molte sono le vecchie strutture religose trasformate in posadas o in affascinante ristorantini. Ovviamente ci sono sempre un sacco di possibilità per strada dove la cucina è ottima, anche perchè soprattutto i contadini che guadagnano 30 Quetzal possono mangiare. Tutto procede sempre bene. Vado spesso in banca a cambiare perchè il massimo consentito è 200 Dollari per passaporto, e il cambio si aggira sui 7,60 quetzales a Dollaro, mentre il cambio degli euro è meno conveninete e anche più macchinoso. A cena di solito si cade nella carne, per lo più churrasco o parrillada, oltre a tante possibilità di pollo. Per strada abbiamo visto un sacco di McDonald's e King Burgher, ma il più diffuso resta il Pollo Chincero ... mentre la birra localae è la Gallo, Purtroppo anche a Coban, malgrado la pioggia, c'è gente che dorme per strada, spesso molto ubriaca.

Semuc Champey
Ci svegliamo poco prima dell'alba grazie ad un gallo e all'uomo che chiama la gente per il bus, d'altronde abbiamo appuntamento con l'autista alle 6 perchè ci aspettano strade tortuose per Languin e se all'inizio è una buona strada di montagna gli ultimi dieci chilometri sono praticament una carraia che scende dalle montagne alla jungla. a Languin facciamo un'abbondante colazione con uova revueltos , fagioli e formaggio nonche platanos fritti, quindi saliamo su un pick-up che ci porterà per nove chilometri al parco di Semuc Champey, è per me finalmente un posto non ancora visitato. Camminiamo un'ora abbondante nella jungla con notevoli pezzi in salita e molta attenzione a non scivolare in discesa ma il panorama è notevole. Una serie di vasche d'acqua color smeraldo appaiono all'improvviso nella jungla mentre il fiume sparisce fragorosamente sotto terra. Ci concediamo un signor bagno con tuffi e nuotate, il tempo non è eccellente ma almeno non piove. Tutto il gruppo è entusiasta. Tornati a Languin mangiamo pollo fritto e patate nelle bancarelle poi in pulmino tutti dietro per consentire al mezzo di affrontare la dura salita. Coban non è niente di che, qualche bella coorte e un mercato continuo sui marciapiedi. Davanti alla cattedrale alcuni ragazzi si esibiscono in balli rap sullo stile americano mentre studenti incappucciati con il disegno della faccia di Che Guevara girano per le strade a caccia di offerte e trovano anche la mia.Siamo a 1300 metri e il panorama offre pinete e sotto foresta più fitta, dal bus ammiro per qualche minuto il volo di un aquila dal muso rosso. Per le strade pannocchie di mais bollite o alla griglia. Con un po' di attenzione in serata facciamo una passeggiata per Coban e mangiamo splendidamente in un locale tipico, spendendo una cifra irrisoria e assaggiando anche le famose molletes, pane impanato e caramellato nel miele.

Puntata in Honduras
Abbandoniamo i 1300 metri di Copan e scendendo cambia il paesaggio e soprattutto i vestiti della gente, non più donne dagli abiti colorati ma vestiti in stile quasi caraibico per affrontare il caldo. Camion di cavalli e fuoristrada immensi ci seguono nel parcheggio mercato dove facciamo colazione. Sul bus non mancano le belle dormite infatti in serata tutti saranno in splendida forma! Verso le 12 siamo alla frontiera con l'Honduras, spiccio le formalità abbastanza velocemente pagando qualche spicciolo, non cambio soldi in lempiras tanto la tappa honduregna sarà veloce ed accettano pagamenti sia in dollari che in quetzal.Ci fanno anche un'azione di disinfestazione, anche se pare solo acqua, ed una ragazza del gruppo commenta dicendo che al lite "siamo infetti di whatsapp!!", Finalmente arriviamo al favoloso sito maya di Copan, gironzoliamo per due ore tra piramidi, grandi stele e tunnel , è decisamente affascinante questo luogo dove la fanno da protagonisti re Coniglio 18 e re Conchiglia di Fumo ,,, sembra molto Alice nel paese delle meraviglie. Rimaniamo tutti affascinati da questo pezzo di storia mischiato ad alberi giganteschi, sottolinenando che sicuramente sotto terra c'è ancora di tutto. Lasciamo il sito e in pochi minuti siamo a Copan Ruinas, che malgrado il nome è proprio il piccolo pueblo, decisamente carino e ben messo grazie al turismo. Ci facciamo un'abbondante merenda con pannocchia alla griglia e spiedino alla brace quindi per digerire doppio cocktail in un bel baretto costruito sopra una coorte. Finalmente faccio anche il primo acquisto di souvenir, oltre ai soliti braccialetti colorati o in cuoio mi prendo una maschera in ossidiana e altre pietre con l'obbiettivo non facile di portarla in Italia intatta.I ragazzi del gruppo , ma anche il capogruppo (!!), sono decisamente ben colpiti dalle bellezze locali.

Rio Dulce
Partiamo presto da Copan ruinas e superiamo in velocità la frontiera, il ritorno in Guatemala non prevede formalità. Fatta un'abbondante colazione per strada ci dirigiamo verso Quirigua, sito archeologico famoso per le grande steli presenti ma noi abbiamo la fortuna di assistere ad un altro rito maya con musica e preghiere, Dopo un'oreta riprendiamo la strda e ci fermiamo all'imbarcadero di Rio Dulce dove ci aspetta Gaby, la capitana nicaraguense della lancia che ci porterà alla Finca Tatin, luogo meraviglioso nella selva. Anche il viaggio è favoloso, miriadi di pellicani e di altri uccelli ci accompagano nel tragitto, qui la fauna ornitologica è veramente impressionante come già apputrato con gli immensi pappagalli rossi gialli e blu di Copan. Arrivati ci illustrano le regole comunitarie, si mangia tutti insieme alle 19 e c'è luce solo dalle 18 alle 22, stessa cosa per il wi.fi che però non funziona ... ce ne faremo una ragione!! Subito un bel bagno lanciandoci nel fiume dalla liana prima di provare le amache e di giocare con gli animali del luogo, una gattona, Luna il pappagallo che all'improvviso viene sulle nostre spalle e Onix un immenso favoloso cucciolone figlio di pastore tedesco e husky. Diversi ragazzi lavorano qui come volontari in cambio di vitto e alloggio. Ottima la cena, tra le migliori del viaggio. Il secondo giorno colazione comoda alle 8 e poi partnza in barca per il meraviglioso Rio, prima sosta bagno a Siete Altares dove conosciamo un santero del posto che ci indica la strada per le cascate dove faremo il bagno prima di incamminarci per Livingstone, la cittadina della comunità Garifuna. Pranziamo con piattoni a base di gamberetti e poi ci dedichiamo alla visita di grotte, saune naturali sulfuree nelle caverne e ad un bagno nell'acqua caliente di fianco al fiume. Giornata di avventura, passeggiata nella natura e relax in questo favoloso angolo di Guatemala gestito da un giramondo argentino Non mancano le birre per rilassarsi tra le amache e i bei bungalows della finca che ci ha ospitato per due giorni. Il gruppo è entusiasta, effettivamente questo è uno di quei posti dove arrivano solo i viaggiatori solitari ed i gruppi di Avventure nel mondo. Siamo circa a metà viaggio, le emozioni non sono mancate e ci siamo goduti le differenze di questo straordinario paese che è il Guatemala, con la sua bella gente, la favolosa naturalezza e la storia Maya che non finisce mai di appassionare. C'ero stato vent'anni fa ma sono felicissimo di esserci tornato, una paese che senz'altro si è evoluto ma che non ha perso in umanità. Poi questi due giorni fuori dal mondo non possono che fare del bene a chi come noi è semmpre avvinghiato da un ritmo inumano che caratterizza la nostra società in crisi.

Tikal
Mai avrei pensato di tornare in questo meraviglioso luogo di storia e miti nella jungla dopo vent'anni, Tikal, un luogo che da solo vale un viaggio ! Ma torniamo leggermente indietro. Lasciamo la meravigliosa Finca Tatin sotto una clamorosa pioggia tropicale, sulla lancia ci copriamo con sacchi dell'immondizia e grossi teli neri così alle 10 nemmeno troppo bagnati ritroviamo il nostro pulmino. Ma la pioggia ci è anche favorevole perchè a causa sua è stata rinviata una manifestazione di protesta che avrebbe bloccato la strada, invece passiamo come se niente fosse vedendo però i segni di pneumatici bruciati nei giorni precedenti. Ci fermiamo per pranzo nel piccolo e affascinante Flores, un paesino su un'isoletta di un lago, proprio piacevole quindi arrivati a Tikal cominciamo la visita, assolutamente senza guide che pure tentano di boicottarci, di questa meraviglia maya. Scaliamo i primi templi quindi ci rifugiamo in un hotel dentro alla foresta, mangiamo in un comedor familiare e alle 4 in punto siamo di nuovo dentro, con un buio pesto pronti a scalare la piramide più alta, il leggendario Tempio IV. Stellata da favola con diverse stelle cadenti e in lontananza il richiamo delle scimmie urlatrici, che effettivamente fanno un po' venire la pelle d'oca. Quindi l'alba e dalla foschia emergono le punte delle altre piramidi. Ci incamminiamo per la visita completa incontrando anche procioni e scimmie fino alla meritata colazione. Alle 9 ripartiamo per la frontira con il Belize che superiamo in meno di un'ora poi ci attende la traversata sul watertaxi e l'arrivo a Cay Caulker, un isolotto dalla vita rastafariana dobe passeremo cazzeggiando i prossimi giorni.

Cay Caulker
Ci sarà ancora tempo per parlare del Guatemala, un paese che non finisce mai di affascinare ... ma intanto il viaggio prosegue in Belize. Sbarcati a Cay Caulker ritrovo esattamente lo stesso luogo di vent'anni fa, solo con più turisti. Si gira con le macchininine dei campi da golf perlomeno per raggiungere l'alberghetto, dopodiche lasciati bagagli si gira a piedi, la regola sarebbe "no shoes and no shirts". Il ritmo è lento e dobvunque risuonano le note del reggae. Prima cena a base di barracuda e ganmberetti. Prendiamo una barca a vela e ci dirigiamo alla meta più ambita dell'isola, la barriera corallina. Prima sosta bagno tra gli squali, sarà che la barca mi ha provocato un pò di nausea ma sto bene anche senza scendere in acqua anche perchè dopo recupero facendo snorkeling sulla barriera spesso accompagnato da favolose tartarughe. Dopo il pranzo serie di tuffi e poi dolce far niente mentre navighaimo con Bob Marley a manetta, ponch di rhum e aranciata nonchè nacos e gamberetti ... dura la vita. Non è stagione di aragoste ma il capitano Steve mi dice che domani ce ne saranno sette italiane in giro per Cay Caulker. La sua compagna Dina arriva dalla repubblica ceca mentre il timoniere con 50 anni ed un fisico perfetto tiene la rotta senza sbagliare un passo del suo ballo reggae. Cay Caulker non ha spiagge ma solo lo split, un ponticello in legno spezzato che collegava alla parte nord del cayo. A qualcuno il posto non piace ma i miei giovani compagni di viaggio sono letteralmente entusiasti.

Trekking a Cay Caulker
Dormito bene malgrado la piccola scottata di ieri. Ottime entrambe le cene beliziane all'Enjoy e a La Cubana. Dopo l'ottimo giro in barca di ieri, quattro del gruppo si dirigono in water taxi all'isla bonita, Cay Ambergis, resa famosa dalla canzone di Madonna. Una cerca la spiaggia che non c'è e riesco a farla partire per la stessa escursione di ieri con Steve a metà prezzo, quindi con un altro ragazzo partiamo per una breve escursione dell'isolotto, raggiunto il cimitero decidiamo di imboccare un viottolo e vedere cosa c'è ... inizia così a sorpresa una camminata di due ore tra la selva e le villette degli americani, iguane, pellicani e altri uccelli, mare blu e verse smeraldo .... una specie d trekking a sorpresa ma decisamente soddisfacente che si concluderà inseguendo un bambino in bicicletta finchè vediamo l'insagna di un bar vicino all'acqua, prima bevuta che ci permette poi di raggiungere con calma un ristorantino dove ci riposeremo con fish and chips per poi rifugiarci al solito baretto per ripararci dal sole a picco. Bella vita qui sul Cay, musica e relax. Tanti i negozietti d'arte ma per adesso non ho ancora trovato il quadro che mi appassiona, ma la giornata è lunga!! E dai e dai trovo una stampa a colori simpatica ed una maglietta che festeggio con una Belikin beer prima di un meritato riposo su un'amaca e del rosso splendido tramonto sullo split.

Conclusione di viaggio
E si chiude anche questo bellissimo viaggio in Centramerica, ho condotto un gruppo discovery per Avventure nel mondo, un gruppo di ragazzi eccezionale per festeggiare le mie cinquanta presenze con questa formula di viaggio che mi ha insegnato a conoscere il mondo, perfezionare le lingue, conoscere me stesso e tante belle persone oltre che imparare a muovermi senza troppi problemi. Erano luoghi già visti vent'anni fa ma sicuramente da rivedere e riassaporare con calma. Cay Caulker è stata la giusta rilassante conclusione prima di un lungo viaggio di ritorno, water taxi fino alla terra ferma quindi passaggio veloce negli States. Qui ha incuriosito molto la mia felpa con San Donnino senza testa, e alla domanda se mi piacciono i martiri siamo scoppiati a ridere sia io che il poliziotto, molto interessato anche alla mia visita in Iran. Altro passaggio veloce ad Amsterdam, qui devo tornarci visto che manco dal 1988, e poi arrivo a Linate dove ho convinto due signore sarde a dividerci la spesa per un taxi e dalla stazione di Milano, sempre un bel crogiuolo di umanità, sono velocemente arrivato a casa. Tante mail di ringraziamento dai compagni di viaggio , tra cui anche chi è ancora in Belize per altri tre giorni, beata lei!! Nel frattempo grazie all'adrenalina incorporata ho già sistemato la casa, svuotato i bagagli (anche la maschera di ossidiana è arrivata a casa intatta, n.d.r.) e fatto un primo bucato. Non resta che visionare le foto scattate e mettere nel cuore ricordi e incontri, tra cui l'ultimo con la favolosa Sara, una ragazza francese che lavora ad un progetto di ingegneria ambientale tra Messico, Belize e Colombia, un'altra bella cittadina del mondo. Subito progetti per il futuro e la voglia di tornare in Centramerica, magari tra i vulcani e i parchi naturali del Costarica. La mia convinzione confermata che è più facile e costruttivo viaggiare con i giovani, ascoltano e danno maggior soddisfazione e meno lamentele al confronto di tanti miei coetanei o poco più giovani che pretendono e si credono chissà chi mentre non sono nemmeno capaci di uscire da un aeroporto da soli. Con gli ultimi due viaggi è risalita la mia voglia di accompagnare gruppi in giro per il mondo, convinto che la maggioranza della gente sia bella e valga la pena di conoscere, tanto che da Avventure nel Mondo ho sicuramente ereditato le mie migliori amicizie, oltre ad aver fatto spesso il testimone di matrimoni. Chiudo con un caloroso saluto a tutti quei bei personaggi che ho incontrato per strada e che continuano ad invogliarmi a fare un'esperienza lunga e coraggiosa in giro per il mondo! E non dimenticate di fare un salto in Guatemala, semplicità. storia e sorrisi a non finire, con una varietà di paesaggi ed esperienze decisamente gratificanti.

Marco Cavallini

Itinerario del viaggio in Guatemala e Belize

I racconti sono stati inizialmente pubblicati sul Blog "Tentativi digitali" dove sono presenti anche molte altre foto.


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ultimo aggiornamento 20/10/2021