La torre pende ancora.
Prosegue il mio progetto di documentare i borghi italiani durante il periodo pandemico. Però non posso esimermi da una sosta con lunga passeggiata sull'Arno in quel di Pisa , dove sotto la torre trovo un presidio per il popolo Saharawi, con bandiera molto simile a quella palestinese e rivendicazioni dimenticate da tutto il mondo. Incontro anche un colorato corteo femminista che di cose da dire ne ha sempre, e poi ammiro il famoso graffiti di Haring, "Tuttomondo". Rimango meravigliato nel paesino di Lajatico che Bocelli, malgrado non mi sia simpatico, ha trasformato in un museo a cielo aperto con tanta "arte insolita" e con il teatro del silenzio. Pochi turisti anche nella bellissima Volterra dove cedo di fronte ad una bruschetta con il pomodoro. Sempre meravigliosa la campagna Toscana che mi accoglie generosamente all'agriturismo La Felce di Pomarance prima di contrastare la mia dieta nel bel borghetto nascosto di Montegidoli, dove all'Osteria dell'ultimo carbonaio mi sazio con pappardelle al tartufo, salsicce di capriolo con spinaci ed una bella padella di funghi porcini accompagnati da ottimo vino rosso. E come si suol dire: chi ben comincia ..... !! Ha piovigginato ma senza disturbare. Non ci sono tanti turisti in giro ma ho fatto le mie prime chiacchierate estive in lingua inglese, attirate anche dalla mia felpa presa in Colorado, e soprattutto non mi era mai capitato di ammirare un tramonto insieme a così tante rondini.
Controllare gli iniettori con il fantacalcio.
Mi godo il risveglio in campagna e dopo una buona colazione più che genuina mi avvio per una prima camminata alla Rocca Sillana, dove mi intrattengo a chiacchierare con due simpatici camperisti che reincontrerò tra le fumarie solforose del parco delle Biancane a Monterotondo marittimo. Malgrado il nome sono immerso in stupendi boschi tra le colline toscane, veloce sosta a Montieri e Arcidosso, ma soprattutto due fette di pane con salame toscano, immerso in un gruppo di motociclisti toscani impegnati a sbeffeggiarsi mentre di fianco un gruppo più serio procede ad una premiazioni per piloti di fuoristrada. All'improvviso l'auto segnala un problema "controllare gli iniettori" e parte una fase di ansia! Almeno una volta le auto ti lasciavano a piedi all'improvviso ma non ti trasmettevano ansia al secondo giorno di viaggio! Visito comunque il minuscolo Montegiove poi ad Acquapendente faccio 10 euro di diesel e tiro un po' l'auto sperando di risolvere il problema. Mi rilasso nella poetica TorreAlfina anche se il bosco degli antichi cipressi, in cui è stato girato "Il racconto dei racconti" è chiuso. Arrivo a Bagnoregio dove subito mi metto d'accordo con la gentilissima Elisa del favoloso b&b CivitaNova per andare da un meccanico l'indomani mattina. Ammiro il tramonto su Civita di Bagnoregio insieme a due fotografi prima di cercare, non senza difficoltà, un posto per cenare. Trovo una bistecchiera a km. zero ma poi in un bar vedo un ragazzo con della pizza d'asporto pronto a guardarsi le partite di calcio dell'ultima giornata, così cancello la prenotazione e mi procuro dei tranci di pizza in un locale gestito da solo ragazze. Al bar mi godo la vittoria del Milan insieme a tutta la gioventù del paese casinista ed eccitata perchè finisce il fantacalcio, cui ha partecipato tutto il borgo, e in premio ci sono ben duemila euro!! Racconto del mio viaggio ad alcune ragazze e malgrado qualche birra mi addormento con il pensiero fisso agli iniettori.
Favole e nostalgia.
Mentre scrivo, la simpatica gestrice dell'ottimo alberghiero Ripa, fuori da Fiuggi, sta proponendo musica anni '70. Colazione veloce, ho anche imparato a preparare il caffè con le cialde, poi via dal meccanico che mi ha tranquillizzato: speriamo bene!! Gironzolo per Sant'Angelo di Roccalvecce tutto decorato dai bei graffiti sulle favole , davanti all'antico borgo di Roccalvecce che spicca su un colle. Chiacchierata di cinema con due fotografi, mentre ricevo complimenti dell'anziana barista incattivita verso i tanti turisti maleducati. Gironzolo per l'affascinante Tuscia fino al paesino antico e abbandonato di Canale Monterano. Incontro un bel biscione nero e un gregge mi accoglie davanti alla basilica; ci gironzolo attorno e decido a malincuore di rispettare le regole "è severamente proibito entrare". Il borghetto è spettacolare. Relax sul lago di Bracciano ad Anguillara Sabazia. Affronto anche il rinomato e temibile GRA romano prima di emozionarmi di fronte ai tanti omaggi a Willy nella vecchia Artena, ma i giovani che incontro non mi convincono. Fatico a trovare i meravigliosi ma invidiabili monasteri di Subiaco, e qui scatta un po' di polemica sulla gestione turistica delle tante meraviglie ereditate dalla storia che abbiamo in Italia. Arrivato alla meta vengo attratto da un paesino che emerge sui colli e mi trovo a visitare il borgo di Trevigliano, con un ragazzo che rincuora la sua compagna : "Visto che non siamo gli unici, c'è anche un fotografo"! Chiacchiero di immigrazione con due napoletani in giro a sistemare gli impianti di ossigeno negli ospedali. Mi ascolto l'ultimo brano dei Cugini di campagna e me ne vado a dormire.
Giornata artistica.
Mi dirigo subito ad Anagni e sono il primo visitatore della Cattedrale, i sotterranei sono una meraviglia. Qualcuno esagera paragonandoli alla cappella Sistina ma sono comunque una visione eccellente. In un verde rigenerante paesaggio montagnoso passo per Collepardo e per la certosa di Trisulti, situata in una posizione incantevole e resa famosa purtroppo dai sovranisti di Bannon, ma frequentata adesso perlopiù da magri pellegrini camminatori. Isola di Liri affascina con la sua bella cascata in pieno centro storico mentre Castro dei Volsci, città natale di Nino Manfredi, si fa visitare come al solito con una bella scalinata in salita ... sgrunt!! E finalmente arrivo a Valogno, piccolo borghetto casertano abbellito da decine di murales. E ci abita anche la simpatica Francesca con cui ammiro i suoi lavori fotografici straconvinto di aver davanti una signora artista. È' veramente un bell'incontro. Arrivo a Cassino giusto in tempo per visitare Comusac, il museo d'arte contemporanea dove un giovane attivista per i diritti umani mi accompagna nella visita delle opere concludendo nel giardino privato dell'imprenditore mecenate che finanzia l'iniziativa. Ottima cena in un animato vicolo del centro per poi ammirare sulla collina il monastero, sede di una sanguinosa battaglia della seconda guerra mondiale, e la rocca illuminata di tricolore.
Parco del Matese.
A Cassino non si può fare a meno di visitare qualche cimitero militare, la zona è stata teatro della battaglia più famosa della seconda guerra mondiale in Italia. Passeggio anche tra i resti di San Pietro Infine nel parco della memoria. Poi insieme a dei camperisti tedeschi mi avventuro nel selvaggio parco del Matese ricco di scorci spettacolari e di strade impegnative, e anche di serpentelli. Il lago di Letino è il posto più adatto per rilassarsi, azzurro e silenzioso con i suoi isolotti che sembrano rincorrersi sull'acqua. Passeggio per Sepino, la mia prima volta in Molise, e rimango incantato nella vicina città romana di Altilia, meraviglioso il teatro romano. Strade assurde mi portano a Cusano Mutri e a Sant'Agata de Goti, in cui mi procuro le prime bottiglie di vino del viaggio davanti ad uno scorcio panoramico indimenticabile. Le case sono a picco su una valletta alberata. Sempre più a sud.
Strade tortuose.
Saluto la Campania cercando di visitare con poco successo due paesi fantasma, Apice vecchio e Conza vecchia, distrutta e abbandonata a fronte del devastante terremoto dell'Irpinia. Carina l'abbazia del Goleto dove regalano spille dedicate a San Benedetto. Dopodiché iniziano le tortuose, a dir poco, strade lucane tra cui spiccano Muro lucano e San Fele con le sue cascate. I tondi laghi di Monticchio mi ospitano prima di ammirare la bianca abbazia di San Michele con la chiesa nella grotta, che trovo solo grazie alle dritte di alcuni camminatori, uno identico ad un amico lucano di Fidenza. Saluto l'immenso castello di Melfi prima di accasarmi a Venosa.
Camper e zone rosse.
Inizio la giornata con una bella passeggiata per Venosa che si conclude all'Incompiuta, chiesa affascinante ma non all'altezza di San Galgano, regina incontrastata delle chiese "scoperchiate". A Pietragalla visito i palmenti dove una volta mostavano l'uva ma soprattutto rimango affascinato da una signora romana solitaria in camper, un mio sogno nel cassetto. Non passo da Acerenza perchè come altri comuni della Basilicata è zona rossa. Mi avventuro tra paesini della Lucania, tutti affrescati, alcuni raccontano la storia di San Rocco, spicca Sant'Angelo le Fratte. A Brienza dopo aver visto le rovine del borgo medioevale sotto il castello, decido di tornare in Campania alla meravigliosa certosa di San Lorenzo a Padula quindi mi fermo all'ottimo agriturismo Tre Santi dove cinque amici stanno festeggiando il vincitore del fantacalcio . Mangio bene e tantissimo. C'è anche l'area camper: che voglia!!
Le vertigini e il Cristo redentore.
Partiamo dalla fine perchè un po' mi tremano ancora le gambe malgrado le birre gentilmente offerte dagli ospiti avellinesi dell'alberghetto. Dopo un'ottima giornata decido di salire al Cristo Redentore di Maratea e già da lontano lo guardo con sospetto misto a interesse: devo salirci ... ma riuscirò a scenderci!? Mi preoccupa il finale con dei tornanti su delle specie di ponti sospesi nel nulla, chiedo consiglio così lascio l'auto in una piazzola e faccio l'ultimo pezzo a piedi attraverso un borghetto abbandonato, che meraviglia!! Il panorama merita e come dice un anziano, dopo San Biagio ti proteggerà!! Magari!! La giornata era iniziate tra le gole di Sammaro dopo un'eccezionale colazione a base di varie torte. Proseguita a Roscigno vecchio, magico paesino abbandonato, prima di raggiungere il meraviglioso parco archeologico di Paestum. Sento il forte richiamo della pizza che divoro prima di immergermi nel lungomare che mi porta a Maratea. Ottima cena a base di pesce con un bel bianco locale.
Cozze e vaccino mancato.
Mentre mi rilasso su una bella spiaggia di Brancaleone marina ripenso a ieri, giornata delle occasioni mancate. Prima mi incrocio, senza incontrarci, con due amiche che visitano la fantastica chiesetta a Piedigrotta di Pizzo calabro due ore prima di me per poi dirigersi ad Amantea mentre la mia meta è Tropea. Salutati gli amici campani mi ero diretto a Diamante, sempre sul mare, ricca di murales e graffiti; parcheggio in zona ticket ma non hanno ancora allestito la macchinetta per pagare. Gironzolo per l'accogliente Fiumefreddo Bruzio con un castello diroccato e tanti vicoletti in cui rischio di perdermi malgrado sia un piccolo borghetto. Un bel calzone prima di visitare la chiesetta con un pizzaiolo appassionato di salumi e che scopre per la prima volta l'esistenza dello strolghino. Bella Tropea anche se è il primo posto affollato del viaggio. Mi comporto un po' da turista e faccio felici i camerieri con mancia dopo aver divorato un'impepata di cozze ed una zuppa di pesce, in cui si fa fatica a trovare la zuppa, il tutto con un'ottima bottiglia di bianco calabro .... e poi non posso mancare di gustarmi un favoloso tartufo al pistacchio ed un amaro calabrese. Solo stamattina scoprirò che ieri a Tropea potevo vaccinarmi con il Johnson e Johnson monodose.
Incontri nei borghi dimenticati.
Dedico alcune soste al tentativo di prenotare la vaccinazione con l'uso del numero verde dell'USL Parma, dopo l'occasione persa ieri a mia insaputa, ma dopo tanti tentativi a vuoto riesco a parlare con una gentile telefonista ma dovrò richiamare giovedì. Ieri ho ammirato da lontano Stromboli e oggi ho visto la costa siciliana ma purtroppo non l'Etna, come speravo. Gironzolo per Chianalea di Scilla prima di raggiungere, insieme ad una coppia di motociclisti romani, la favolosa Pentedattilo. Stupendo paesino abbandonato sotto uno sperone roccioso, adesso lo stanno riabitando e ieri , che era domenica, è stato visitato da un sacco di gente. Mi fermano due carabinieri incuriositi dal mio viaggio e prodighi di informazioni per visitare i bianchi calanchi di Palizzi. Mi avventuro verso Brancaleone vecchia, sto per cedere spaventato dalla strada ma per fortuna non desisto. Esperienza fantastica grazie al lavoro dell'ottima ProLoco locale e di tre persone che incontro per caso e che mi portano a vedere la chiesetta armena in una grotta, con albero della vita e incisi sul muro una croce armena ed un pavone. Giornata favolosa ed ottima accoglienza a Casa Cusmano quindi puccio i piedi in acqua prima di pensare a doccia e cena.
La bellezza di Mimmo e del Musaba.
La serata finisce in chiacchiere interessanti e pericolose, si parte dai complimenti per la valorizzazione di alcuni borghi malgrado il turismo sia prevalentemente marittimo. Poi si arriva a parlare del banditismo purtroppo sconfitto e cancellato, avessero vinto forse si parlerebbe di partigiani. Si finisce con la nave arenata e carica di tritolo, che probabilmente ha fornito il materiale per i grandi attentati, e nel frattempo mi guardo in giro per verificare che nessuno ascolti. La giornata inizia con la visita di Gerace, ostacolata dalle riprese di un film, nonché dalle strade spesso in manutenzione o addirittura disastrate come quelle nella zona delle Serre. Meraviglioso il Musaba, una sorta di museo d'arte creato da un calabrese rientrato dalla Francia e da una olandese, con una fotografa toscana commentiamo che in Italia ci sono sempre bellezze da scoprire e valorizzare. Rinuncio allo stocco di Mammola per recarmi a Riace, ho la fortuna clamorosa di conoscere Mimmo Lucano, il sindaco che ha creato il villaggio globale, e taccia i leghisti di disumanità perchè deve essere lui a fare intervenire i sanitari per le cure e i tamponi sierologici a fronte di alcuni casi di covid tra gli immigrati, compresa una bellissima bambina. Chiedo se posso fare qualcosa e mi ringrazia per le belle parole e per l'appoggio morale, me ne vado un po' frastornato a fotografare i murales testimoni di una bella esperienza di accoglienza. A Stilo tutti mi aiutano per gironzolare nella bella parte vecchia e per raggiungere, anche se chiusa, la piccola ma affascinante Cattolica. Mi meraviglio di fronte a Badolato, cittadina che sembra un presepe, prima di perdermi tra i boschi montagnosi e ritrovarmi a 900 metri di altezza a Serra San Bruno, primo giorno in cui si può bisbocciare al chiuso e io mi adeguo!!
Giro di boa.
Più o meno sono a metà viaggio, la stanchezza fisica si fa sentire ma anche la soddisfazione di seguire in parte l'itinerario studiato ben sapendo che in futuro dovrò tornare con più lentezza a visitare nuovamente il sud Italia. Oggi ho attraversato la Sila con i suoi panorami selvaggi misti a tante zone coltivate. Ad Altomonte ho sperimentato ancora la generosità calabra, dopo un pranzo costituito da un ottimo gelato, il padrone che già stava chiudendo quando sono arrivato, mi ha anche offerto un caffè. Nella bella Morano Calabro ho "maledetto" ancora una volta la passione italiana di posizionare i borghi sui colli e sono sempre saliscendi da affrontare!! Non parliamo poi della passeggiata alle gole del Raganello, spettacolari. Qui mi avventuro anche su una vecchia scalinata e mi accorgo che le ringhiere sono tutte di legno marcio , avverto le mamme di alcuni bambini e la risposta non è propriamente educata ... dopo qualche minuto sento un bel crack, qualche urlo e poi un bambino che strilla, vengo poi a sapere che ovviamente la staccionata si è rotta e il bambino ha rischiato un volo di una cinquantina di metri: no comment!! Affascinante il castelluccio sul mare a Roseto e la passeggiata nella vecchia Oriolo con i consigli di un'anziana, che come dice lei aiuta i turisti sostituendo il comune inadempiente. Cena e notte in un agriturismo sperduto sui colli da cui si ammirano le luci dei borghi vicini.
Cristo si è fermato tra i calanchi.
Lascio l'agriturismo di Oriolo e parto in direzione Montegiordano, abbellito dai murales filosofici e ironici di Franco La Tiara, su vari argomenti e in particolare sull'emigrazione in America. La bella Rocca Imperiale invece sui muri presenta tante belle poesie da Ugo Foscolo a Dacia Maraini. Affascinante Tursi poi inizia lo spettacolo dei calanchi a Montalbano Jonico dove un ragazzo mi parla di un amico morto sul lavoro proprio nel parmense, e discutiamo sul fatto che il profitto selvaggio sta cancellando la sicurezza e così non va proprio bene. Sento anche tanti che si lamentano di non trovare manodopera perchè i ragazzi preferiscono stare a casa con il reddito di cittadinanza, ma scappo perchè il discorso diventa periglioso. Un signore gentilissimo, come sempre, mi indica la strada per le formazioni argillose e i meravigliosi calanchi di Aliano, dove spicca anche il parco letterario e tanti murales dedicati a Primo Levi, che qui trascorse il confino raccontato in "Cristo si e fermato a Eboli". Passando per boschi arrivo a Castelmezzano all'ottimo b&b balcone sulle Dolomiti foriero anche di ottime informazioni turistiche e mangerecce. Sto sinceramente mettendo a repentaglio la precedente dieta, poi a cena mi ritrovo con altri viaggiatori, una coppia barese ed una ragazza napoletana e ne viene fuori una gamba. Tra un antipasto esagerato, un bel piatto di pasta e tanto aglianico si finisce a parlare del sentiero degli dei, di Nicaragua e Costarica, di India e di chi più ne ha più ne metta! Solita scalata per andare a dormire.
Sindaci e paesi fantasma.
Ammiro con calma le luci notturne che rendono Caselmezzano simile ad un presepe sotto le stelle. Alla mattina lo visito come si deve e vedo anche la partenza del volo dell'angelo, attualmente chiuso ma comunque ostico alle mie vertigini. Scopro l'esistenza di un paese abbandonato Campomaggiore antico, famoso per lo spettacolo "La città dell'utopia" e decido di andare a visitarlo dopoche il gestore del b&b ha telefonato al sindaco e ottenuto conferma che il sito è aperto. Ci arrivo ma è chiuso e il sindaco mi fa sapere come entrare comunque. È un luogo magico e spettacolare, e non si corrono rischi. Arrivo quindi a Pietrapertosa, luogo d'arrivo del volo dell'angelo, e paesino stupendamente incastonato tra i roccioni dolomitici. Cammino fino al vecchio castello normanno da cui si godono spettacolari paesaggi poi mi concedo un meritato panino con la spianata prima di immergermi in strade boschive che mi conducono a Stigliano. Qui ci sono diversi graffiti giganteschi ma il paese è abbastanza deludente. Per strade desertiche arrivo finalmente all'agognata Craco, regina incontrastata dei paesi fantasma. Il colpo d'occhio è magnifico, poi gironzolando per un'oretta trovo sempre più spunti fotografici e infine decido di prendere la strada per Montescaglioso, e alloggio nell'ottima masseria fortificata Oasi rupestre. Malgrado le mie richieste la cena sarà ottima e molto ma molto abbondante.
Chiacchiere e camminate.
Oggi è la giornata dedicata a Matera. Parcheggo ed entro nei sassi accolto da "Bella ciao" cantata da Kusturica, così mi metto a chiacchierare di musica e politica, citando ovviamente gli MCR, con il barbuto che sta gestendo la musica per scoprire che sia lui che i gestori conoscono l'amico fidentino originario di Montescaglioso foriero di tante ottime informazioni e che mi sta "accompagnando" quotidianamente in terra lucana. Cammino senza meta tra i Sassi scoprendo tanti angoli e visitando quelle poche chiese rupestri consentite dalle norme anti-covid senza perdermi anche la bellissima mostra di Dalì nelle grotte. Mi ritrovo a parlare di bookcrossing con un barista prima di essere folgorato dall'immagine di un panino al polpo: ovviamente cedo alla tentazione. Mi incammino nella gravina per vedere Matera da un nuovo punto di vista mentre vengo prima invitato ad una grigliata da una famiglia e poi complimentato per la lingua inglese da una coppia newyorkese. A Ginosa mi ritrovo a camminare per la gravina tra grotte, ruderi e case abbandonate. Non nego una certa ansia finché trovo un uomo che mi spiega la storia ed un ragazzo che sta svezzando un bellissimo cavallo nero. A Metaponto purtroppo alcuni templi sono chiusi ma mentre giro per gli scavi incontro un signore che ha vissuto 12 anni a Fidenza e ci perdiamo in chiacchiere. Per lui è un bel ritorno al passato mentre in masseria cercano di riattivare l'acqua per gli animali.
Gravine e paesi bianchi.
Faccio un salto a Montescaglioso per poi dirigermi alla gravina di Castellaneta e in quella di Mottola ricca di grotte e insediamenti rupestri. Massafra, Laterza, Grottaglie tutti paesi costruiti su gravine prima di inoltrarsi per i viottoli della val d'Itria conosciuta nel mondo per i trulli di Alberobello, dove mi cimento come fotografo per tre ragazze cecoslovacchie decisamente tatuate. È un piacere perdersi nei bianchi centri storici di Locorotondo e Cisternino tra le prime goccie d'acqua del viaggio. Mi inoltro in un uliveto secolare, con piante addirittura millenarie tra cui mi godo un tramonto rigenerante. Da domani si ricomincia a salire verso nord.
L'artista e il castello.
Questi ultimi viaggi italiani hanno accresciuto le mie conoscenze turistiche nostrane e sto diventando un amante degli agriturismi, spesso piccole chicche dell'ospitalità eccellente. Ottima la masseria La Grave così come Il pino grande. Si mangia genuino e biologico, adesso comincia anche la scorta di vino, lascio stare l'olio solo perché a casa ne ho tre litri abruzzesi. Ho conosciuto Vincent l'eclettico artista che a Guagnano ospita i visitatori nel suo colorato eremo da convertito, con statue, quadri e altre amenità, un posto da vedere. Trovo un po' di traffico prima di perdermi tra i vicoli e le terrazze della stupenda Polignano sul mare con amici che telefonano incuriositi da questo mio viaggio per borghi italiani. Relax a San Vito sul mare prima di immergermi tra le case blu di Casamassima. E poi finalmente il maestoso Castel del Monte al tramonto con una coppia di ragazzi che me ne racconta la storia ed alcuni segreti. Ottima come sempre la cena con una bella chiacchierata in francese-fidentino con una giovane coppia di Lille che sta visitando il nostro sud.
Cani conigli e ciliegie.
Continua il rifornimento di vino anche se siamo solo a 7 bottiglie, ben al di sotto della media dei viaggi precedenti. Saluto il bel cane da caccia e i gestori del Grande Pino poi torno a Castel del Monte, scarico l'app "io prenoto" quindi prenoto la visita e sono il primo ad entrare insieme a due ciclisti veneti. Una meraviglia! Anche dentro, malgrado le razzie, il castello, o quello che era, è bellissimo poi non si può negare che la mancanza di turisti rende la visita ancora più bella. Dispiace per chi di turismo ci vive ma girare l'Italia in questo periodo è eccezionale. Attorno al castello c'è un bel branco di grossi cani randagi e uno ieri sera mi ha mezzo aggredito quindi sono molto attento. Lascio la magia per transitare tra le saline di Margherita di Savoia dove sono presenti anche fenicotteri rosa. Salgo a 1000 metri con davanti tutto il golfo del Gargano per visitare Monte Sant'Angelo, spettacolare paesino in cui si sta tenendo un casting per le comparse di un film anni '60. E finalmente visito l'abbazia sotterranea di San Michele, spettacolare grotta sotto terra ... in perfetta linea comprendente tutti i santuari dedicati a San Michele fino alla Terra Santa, come il famoso Mont Saint Michel e la piemontese Sacra, per fare due esempi. A San Giovanni Rotondo rimango negativamente colpito dal lusso e dallo sperpero che caratterizzano il santuario a Padre Pio, ma d'altronde è quello che mi aspettavo avendo visitato luoghi di pellegrinaggio di ogni religione in tutto il mondo. Cammino tra i trabucchi di Termoli prima di arrivare all'ottimo agriturismo "Sorgente della luna" a Larino dove ceno bene assaggiando strane specialità locali tra cui non mancano le olive e le ciliegie, di cui sono grandi produttori. E dopo aver scherzato con 4 operai napoletani mi perdo in chiacchiere con il padrone che mi spiega la sua scelta di coltivare ciliegi in modo naturale negandosi alla devastante grossa distribuzione. Il viaggio è sempre più istruttivo e mi permetto di segnalare i libri dell'ottimo Stefano Liberti proprio sul cibo. Mentre finisco la bottiglia di vino rimango da solo con alcuni conigli belli e pasciuti che gironzolano liberi e tranquilli.
Alice per viaggiare alla vecchia maniera.
Questo viaggio sta diventando sempre di più un'esperienza importante e foriera di tanti consigli, sarà d'uopo in futuro sfruttarlo per un giro senza limiti di tempo magari con camper e cane. A Larino trovo subito chiuso l'anfiteatro così mi dirigo verso i ponti nel lago di Lisciano e a Guardalfiera e dopo pochi chilometri faccio inversione a "u" per recarmi in un bar a chiedere informazioni. Me lo diceva la signora dell'agriturismo "non fidarti del navigatore fai come una volta, chiedi la strada alla gente" ... sì, bisogna ricominciare dalle vecchie maniere, cercare il contatto umano e chissenefrega se, soprattutto al nord, ti risponderanno "ma non puoi guardare sullo smartphone!!?" Bisogna fregarsene dell'attuale asocialità e mandare a cagare i presunti viaggiatori che non possono muoversi senza TripAdvisor. Gli attuali strumenti non vanno trascurati ma vanno usati per la loro innegabile utilità senza però cancellare la ricchezza del rapporto umano. Alice Pasquini, eccezionale rappresentante della street art italiana ha rivitalizzato il suo bel paesino di nascita quasi abbandonato con la sua arte e quella dei suoi notevoli amici. Vai con i magneti delle sue opere prima di incamminarmi, sempre e comunque per saliscendi a Bagnoli sul Trincio e a Chiauci dalle reminiscenze architettoniche del ventennio. Scopro che il famoso e immenso santuario di Castelpetroso è a 6 km dal paese omonimo e che la sconosciuta Pesche si presenta come un altro favoloso presepe. Ascolto sempre più persone lamentarsi che non trovano personale per le loro imprese. Le stelle non mancano e nemmeno i cani, i gatti e i miei pensieri.
Il miele di Aielli.
Salgo nella solitudine di Pesche, tipica cittadina molisana svuotata dalle tante migrazioni. Nella zona del Volturno, accolto dalla solita cortesia e curiosità per il forestiero vago tra cascate, laghi blu, abbazie tra i resti romanici e bei paesini arroccati sui colli sempre circondati da montagne spruzzate di neve. Sto risalendo a nord e lascio il Molise per l'Abruzzo, entrambi dai cartelli che chiedono di limitare la velocità per salvaguardare gli orsi! Mi addentro a Pacentro ma l'obbiettivo è Aielli. Una gentilissima barista stacca la mappa dei murales dalla vetrina e me la presta per visitare come si deve questa meraviglia sempre seguito dagli anziani, ormai esperti di street art! Finisco a chiacchierare di formaggi, salumi e pecore con quattro persone ed il livello birrresco sale. Purtroppo devo andarmene e la barista mi regala del miele per ringraziarmi della visita. Non ci sono parole se non la promessa di tornare. A L'Aquila proseguo nei rifornimenti vinicoli.
Il dimenticatoio d'Italia.
Siamo alla parte finale del viaggio, la stanchezza fisica è tanta. Sono nella zona di Amatrice e il paese non c'è più, chiedo di poter scattare qualche foto per documentre la situazione, e mi viene concesso mentre sono vietati i selfie e mal tollerato il turismo del macabro, però vedo subito una coppia che si ferma e si scatta un selfie davanti alle ultime rovine rimaste così decido di non scattare assolutamente niente! Basta guardare per mantenere in memoria la visione di questo territorio ancora devastato a distanza di 5 anni dal terremoto, vedo altri paesini tutti distrutti e le scritte resistenti! Il dimenticatoio d'Italia", Senza ricostruzione non c'è futuro" ... mi fermo a mangiare in un baracchino dove mi raccontano come vanno le cose e poi a Castelluccio cerco di sovvenzionare l'economia locale. La fioritura è agli inizi e c'è poca gente per cui si può dialogare con i locali, in attesa che cali il mondo turistico tra fine giugno e le settimane successive per ammirare la fioritura multicolore delle lenticchie. Bella Rasiglia con i suoi tanti mulini e carino Campello sul Clitunno visitati mentre mi reco da amici che hanno affittato una casa tra i boschi vicino a Perugia, dove festeggerò il mio 58^ compleanno.
Compleanno di fine viaggio.
Appena sveglio vengo salutato da uno scoiattolo che scorribanda tra i rami degli alberi di fronte alla mia finestra. Chiacchiere nella quiete dei boschi umbri caratterizzano l'inizio giornata, prima di una passeggiata per la piccola e bella Bevagna, quindi mi rifornisco di vino a Montefalco davanti ad un immenso tagliere di formaggi e salumi con un bicchiere di vino finchè scalo Spello per completare i festeggiamenti di compleanno con gli amici. Un'altra calda camminata ad Assisi per ammirare l'immensa cattedrale di San Francesco ed iniziare il viaggio di ritorno sulla disastrata E45 per Cesena. Prima di mezzanotte sono a casa, c'è un bel caldo e nei prossimi giorni riordinerò le tante idee maturate in questo splendido viaggio italiano.
Considerazioni di fine viaggio.
Circa 5700 km. in 22 giorni e una media di 12 km a piedi al giorno sempre in saliscendi. Dopo aver perso 6 kg. in tre mesi ne ho recuperati solo 2.5 malgrado alcune cene epocali sempre accompagnate da ottimo vino. Questo è il quarto viaggio che faccio per paesini in tempo pandemico, un progetto iniziato a marzo dell'anno scorso e che proseguirà con altri viaggi lunghi ma anche con escursioni mirate a località appena scoperte. Era il mio sogno da pensionato: girare per borghetti italiani senza limiti di tempo con un camper e un cane, adesso non c'è nessuno dei due e soprattutto non c'è ancora la pensione per cui si fa come si può. L'obbiettivo era il sud ma ne ho approfittato per visitare posti mai visti sulla strada e conosciuti dopo i viaggi dell'anno scorso. Avevo un programma di massima che ho abbastanza rispettato escludendo alcune visite per mancanza di tempo e aggiungendone altre scoperte ciacchierando con i locali. Ho utilizzato perlopiù agriturismi e b&b sfruttando booking e non solo ma prenotando direttamente con il telefono, trovando un'ospitalità grandiosa. Di conseguenza il sud è da rivisitare così come il Molise. In aumento i paesini dipinti in cui prendono sempre maggiore spazio i giovani graffitari. Sempre più facile visitare i paesini abbandonati che stanno piano piano tornando ad essere leggermente abitati e che "purtroppo" vanno sempre più di moda. Dispiace per chi di turismo ci campa, ma sicuramente questo era un periodo favoloso per gironzolare in Italia. Tanti gli incontri interessanti e tante le cose capite per tornare a viaggiare in maniera sempre più sostenibile e umana, sfruttando sì le nuove tecnologie ma appoggiandosi anche all'umanità che è ancora ben presente. Quasi scontato aggiungere che l'Italia è un paese dalle migliaia di luoghi meravigliosi, spesso poco pubblicizzati, spesso difficili da raggiungere o addittura dimenticati ma noto una sempre maggiore attenzione. Rimane la domanda che spesso ci poniamo noi che andiamo in giro e ci sbattiamo per raggiungere luoghi curiosi e spesso off the beaten track "ma facciamo bene a farli conoscere?". Fisicamente sono uno straccio ma rigenerato a livello mentale.
Itinerario e immagini del viaggio in Italia meridionale
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1998 - 2023 Marco Cavallini
ultimo aggiornamento 19/02/2023