Quattro anni fa avrebbe dovuto intitolarsi “Fuori dal gruppo, dentro me stesso”, doveva trattarsi di una raccolta di poesie e soprattutto, doveva essere un gioco.
Ma scrivere può diventare una passione…e la passione spesso si evolve a modo suo.
Ne esce un romanzo d’avventura o più semplicemente un diario di bordo.
Un viaggio che avrei voluto fare con un amico che avrei voluto avere,
un viaggio dall’Italia ai Caraibi,
un viaggio nell’entroterra dell’essere, passando per le idilliache spiagge dell’apparire…
Un collage di storie realmente accadute, a volte vissute in prima persona ma in gran parte raccontate da qualcuno mai conosciuto direttamente.
Storie di un’amicizia, ma anche di una fuga, di furti d’auto, di droga e di denaro, di sesso e d’ amore, di sgarri alla giustizia, di omicidi e di qualche ragazzata di troppo.
Il tutto condito con qualche riferimento a film, libri, frasi famose e testi di canzoni a cui sono legate alcune fasi importanti della mia vita.
Un ponte tra l’insegnamento avuto e il sogno di una vita più selvaggia…
Il mio Alter Ego.
Kevin e Andreas.
Quarant’anni in due.
Tre mesi vissuti cavalcando“onde perfette”.
Capitolo Primo
Anno Zero
Eccomi qua.
Sono le otto di sera, ed io, francamente, vorrei essere in tutt’altro posto: magari in uno di quei locali sul lungo Tevere, seduto sopra ad un altissimo sgabello, davanti agli occhi limpidi ed interessati di una donna d’altri tempi…sorseggiando il mio Martini, mescolando il profumo dell’estate con l’essenze di lei, aprendo una piccola finestra sul mio mondo a chi già pensa se il suo completino intimo sarà capace di renderla ancora più eccitante, nel caso in cui la faccenda dovesse inspiegabilmente fuggirle dalle mani.
Invece no.
Qui.
Seduto su una sedia a dondolo che scricchiola ogni qual volta raggiungo il punto più alto.
Vedo le luci del Colosseo e immagino ad occhi aperti, le gesta eroiche di antichi gladiatori gettati in pasto a tigri affamate.
Uomini perfetti fatti di meccanismi perfetti. Uomini senza paura. Uomini veri.
Penso che un meccanismo perfetto sia fatto di sincronismo, di tante componenti importanti orientate ad un solo, grande, ambizioso obiettivo finale…
Credo senza troppa umiltà di aver costruito un meccanismo perfetto senza aver mai avuto bene in testa un vero obiettivo. Ed ora, dopo aver raggiunto il punto più alto, sento che qualcosa sotto di me inizia a scricchiolare.
Non temo di dovere spiegazioni a nessuno; sono sicuro che se fosse stato al mio posto, James Dean avrebbe detto d’averlo fatto per rompere la monotonia. Ma basterebbe?
Oh, Cristo Iddio…questa volta sarà dura.
Otto luglio duemiladue.
Dal balcone al quinto piano di un condominio nel cuore della città eterna, mi aggrappo alle mie, mai ultime possibilità, di tornare in corsa”.
Onde Perfette
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1998 - 2022 Marco Cavallini
ultimo aggiornamento 20/10/2021