La venditrice più vicina batte i pani per liberarli dalla farina in
eccesso, creando nuvole bianche attraverso le quali la piazza assume
contorni sfumati, quasi irreali. Di donne che compiono gesti analoghi ce
n'è una lunga fila, seminascoste dietro a una spessa siepe di piatte
pagnotte. Questa è la via del pane, proprio accanto a piazza Djemaa el Fna,
ai margini dei souk della Medina di Marrakech.
Una miriade di lampade a gas illuminano i banchetti che fin dal tramonto
dilagano per la piazza, mentre la carne sfrigola sui fuochi alzando odorosi
sbuffi di fumo.
L'aria è intrisa di profumi gastronomici: polli, spezie, couscous,
carcadè bollito con il pepe e tè alla menta il cui aroma dolce e fresco si
mescola al fumo e all'odore della carne arrostita e alla voce insistente di
un giovanotto che ci si è materializzato davanti e che si propone come
guida esperta.
Djemaa el Fna significa Assemblea dei Morti, perchè un tempo era qui che
venivano mostrate al popolo le teste mozzate dei condannati. Oggi, per
fortuna, nulla è rimasto di quelle macabre consuetudini, anche se la piazza
poco o nulla concede al turismo, mostrandosi poco dissimile da come doveva
essere allora. La folla si stringe attorno ai cantastorie, ai saltimbanchi e
agli acrobati, ai pugili bambini, agli ammaestratori di scimmie, ai maghi e
ai comici, ai musici e ai danzatori, ai venditori di amuleti e filtri
magici, a imbonitori e ciarlatani di ogni genere. Qui, dove per secoli si
sono incontrati mercanti arabi e schiavi dell' Africa nera, pastori berberi
e uomini blu.
Qui un tempo arrivavano i cammelli da Timbuctu e dalle oasi al di là delle
montagne dell'Atlante; ora arrivano bus sgangherati che scaricano torme di
contadini e di pastori per fare acquisti e per assistere a questa sorta di
circo-lunapark-music-hall all'aria aperta. Qui comperano stereo cinesi e
occhiali da sole, dettano una lettera a uno degli scrivani accoccolati tra i
banchetti o si fanno sistemare i denti da pseudo-dentisti armati di tenaglie
e pasta di chiodi di garofano per calmare il dolore.
Cesti e canestri gonfi di datteri e pistacchi ingombrano il passaggio,
assieme ad arachidi e nocciole e tutti i sensi sono coinvolti, tra mucchi di
coloratissimi peperoncini, cumino, coriandolo e curcuma, che spessissimo
viene spacciata per zafferano, con il quale, invece, condivide soltanto il
colore, perchè non dai pistilli di un crocus è ricavato ma da un rizoma di
poco costo.
Qui s'incontrano botteghe che odorano di magia: espongono mandibole di
cammello, denti di tigre, rospi e lucertole essiccati, camaleonti vivi in
piccole gabbie, corna di capra e ali di corvo. Amuleti per scacciare il
malocchio o suscitare l'amore di chi ci ignora, ma anche erbe contro il
raffreddore, hennè per colorare i capelli, grasso di struzzo per combattere
i dolori reumatici e soek, la corteccia del noce, per curare certi problemi
alle gengive. Mitici afrodisiaci come l'ambra nera e la cantaridina, poi
cosmetici, profumi e lakkar, un sostituto assai antico del rossetto e anche
il sapone nero per pulire la pelle durante l'hammam, il bagno turco.
Odore di zolfo e di pistacchi tostati, sapienza tribale, giochi di fili
colorati stesi ad asciugare al sole, nel vicino mercato di tessuti e
tappeti. Difficile resistere ma ancora più difficile fare buoni affari se
non si è disposti a discutere lungamente sul prezzo. La contrattazione,
qui, è un'arte sottile, un vero e proprio gioco, una virtù indispensabile
su cui i commercianti locali ti misurano e si misurano, ti invitano nel loro
negozio, ti offrono un tè alla menta per familiarizzare e prolungare la
visita e intanto mettono in campo la loro migliore mercanzia. E' allora che
inizia il "balletto", spesso con un prezzo scritto su di un cartellino
appeso all'oggetto. In realtà nella maggior parte dei casi il prezzo vero
è inferiore del 70 o anche 80 per cento. Il modo migliore per assicurarsi
un buon affare è mostrare totale disinteresse per la merce offerta e non
aver scrupolo ad offrire una minima parte di quanto richiesto. Con calma, al
termine di una schermaglia fitta di contro-offerte, arrivano strette di mani
e sorrisi e pagamento con carta di credito. Riti antichi per moderni
strumenti finanziari: è il Duemila che incontra il Medioevo e insieme vanno
a braccetto per i vicoli della Medina di Marrakech.
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1998 - 2022 Marco Cavallini
ultimo aggiornamento 20/10/2021