Bhaktapur
La prima domanda che mi viene in mente stamattina è stata "ma Bakthapur è patrimonio dell'Unesco?", la risposta ovviamente è "Sì"!! Ci alziamo alle 6 e muniti di biglietto ci facciamo subito un giretto per la città vecchia, sempre spettacolare con i suoi vecchi palazzi intarsiati e i tanti templi nonchè le piazzette già gremite di gente impegnata in contrattazioni svariate. Bande di giovani con tamburi e tanti fedeli che fanno offerte nei tempietti, prediligendo Ganesh e Visnù nelle sue tante reincarnazioni.
E' solo un primo assaggio, poi facciamo colazione e ci dirigiamo a Thimi, piccolo paesino rinomato per la terracotta, ci incamminiamo cercando di non disturbare la vita quotidiana quindi ci dirigiamo al vicino Changu Narayan un bel tempio con tante divinità, negli intagli di legno non mancano le figure erotiche che continueremo ad osservare divertiti nei templi successivi della Durbar Square di Bhaktapur ed in un tempietto isolato in cui protagoniste diventano diverse specie di animali. E ora di pranzo e le bancarelle attraggono, malgrado offrano soprattutto dolci però ci basta per cominciare la lunga passeggiata all'interno della stessa Bhaktapur, sembra di tornare indietro nel tempo. E' la quinta volta che la visito e mi sembra sempre la prima, lo stesso identico fascino di sempre. Stretti vicoli, gruppi di anziani dall'immancabile cappello a ventitre (che ha conquistato la maggioranza maschile del gruppo!) seduti sotto portici di legno, donne che chiaccherano, che filano o che tengono in braccio bambini sempre pronti al sorriso e ad un saluto.
Colori vistosi che mi accompagnano nella discesa verso una distesa di lingam (i religiosi falli induisti) che preludono all'ingresso dell'area sacra visino ad un fiumiciattolo dove è in corso una cremazione. Sempre serenità. poi visitiamo la fabbrica delle carte da riso (in verità sono prodotte con agave) e il gruppo si fa prendere dalla febbre dello shopping. Conclusa la bella visita mi rifugio sul tetto dell'albergo a bermi una birretta Everest e rimango ammaliato non solo dal panorama, ma soprattutto dai bambini e, non solo, che sui tetti giocano con gli aquiloni: è proprio un altro mondo e mi piace proprio tanto!!
Da Bkaktapur a Kathmandu
Lasciamo la tranquilla e indimenticabile Baktapur infilandoci nel solito traffico di Kathmandu ma ci fermiamo per prima cosa a visitare Bungamati, piccolo paesino con un grande tempio a Shiva (anni fa ci vidi una grande festa), le solite tranquille scene di vita quotidiana quindi Kokana (vi producono un ottimo olio di senape, n.d.r.) altro paesino newari in cui giochiamo con diversi bambini prima di vedere la fabbrica di tappeti a Juliwkhel gestita da profughi tibetani. Finalmente arriviamo a Patan, con la sua splendida Durbar Square e il Tempio d'Oro, qui ci sono anche tanti turisti, è un gran posto ma meno pacifico di altri appena visti. Nel tempio dei mille Buddha siamo attratti da un trio di monaci, due uomini ed una anziana, che accendono tutte le candele e ruotano tutte le preghiere recitando mantra. Affascinanti e pacifici, come dovrebbero ben sapere i cinesi!! Alla fine arriviamo al clou della giornata, lo splendido e famosissimo Swayambunath, il tempio delle scimmie ... scimmie che subito fregano un pacchetto di fazzolettini ad una ragazza e poi una fetta di cocco ad un'altra spaventandola. Il grande stupa domina su Kathmandu, è un luogo indescrivibile. Certo Kathmandu non è Bakthapur, qui riappare il solito casino e il notevole smog, camminare non è più così semplice. Ci perdiamo nel'Asam market a comprare spezie trovando anche un americano che ci offre hascisc facendoci scoppiare a ridere. Per cena meritatissime bisteccone all'Everest Steak House: ogni tanto bisogna pur andarci!!
Kathmandu-du-du-du
Titolo liberamente tratto da Abatantuono in Marrakech Express, e ampiamente dedicato a Pier l'amico che non sono mai riuscito a portare in Nepal perchè diceva che non c'erano templi da vedere! Oggi lascio libero il gruppo, shopping e giri senza meta per questa caotica città piena di sorprese. Subito ci rechiamo a vedere una bella piazzetta con stupa dove ci sono pochi turisti ma il fascino intatto del luogo di culto. Sistemo tutti i contratti con la favolosa agenzia con cui ho organizzato il viaggio per conto di Avventure nel Mondo, quindi in taxi mi reco nella mia zona preferita, Bodanath ... il grande stupa.
Faccio alcuni giri a piedi ovviamente in senso orario insieme ai fedeli tibetani quindi vado nel solito ristorantino con terrazza e finalmente mi bevo la prima SanMiguel del viaggio senza farmi mancare una zuppa di pomodoro, nostalgia del primo (di cinque) viaggio nepalese dell'89. Passo qui un'oretta ad ammirare il passeggio e le preghiere poi in taxi torno in albergo, breve pisolo e poi pronto ad affrontare l'incredibile folla per arrivare a Durbar Square. Nel frattempo ho anche finito di leggere l'ottimo libro "Sette fiori di senape" che mi ha raccontato un Nepal spesso invisibile ai turisti e mi ha chiarito ancora una volta il perchè rimango sempre attratto dal sorriso che hanno i bambini di strada malgrado quello che passano! C'è molta vita davanti al tempio della dea Khali e non mancano i santoni sorridenti a caccia di foto pagate!!
Mi ributto nella folla e in qualche modo arrivo al mercato delle spezie in Asam poi raggiungo il quartiere turistico di Thamel. Vengo attratto da un venditore di batik, le stoffe pitturate originarie dell'India, e non posso fare a meno di acquistarne qualcuna poi mi accompagna in un favoloso baretto nepalese in cui la cuoca è intenta a fare spaghetti a mano, i famosi chowmein, che verranno poi serviti fritti. Ritrovato il gruppo, saliamo sul pulmino e ci rechiamo in un elegante ristorante nepalese: l'agenzia ci offre la cena e i regali d'addio. Tutto il gruppo resta sorpreso ancora una volta dell'eccezionale generosità nepalese. Domani mattina tutti i miei dieci giovani ed eccezionali compagni di viaggio mi saluteranno e torneranno in Italia, io mi fermo ancora una settimana ... ma questa è un'altra storia. Intanto devo ringraziare per l'ennesima volta Avventure nel Mondo dell'eccezionale esperienza che mi ha fatto fare in giro per il mondo e in particolare in questa Asia che amo con tutto il cuore e dove sempre di più mi trovo a mio agio.
Lumbini
C'e' un po' di nostalgia nell'aria, accompagno il gruppo in aeroporto, purtroppo non mi lasciano entrare cosi' saluto e li abbraccio tutti , dieci splendidi ragazzi e dieci splendidi compagni di viaggio. Loro tornano in Italia ed io resto un'altra settimana in terra nepalese. Parto per Lumbini, ci vuole un po' di tempo per uscire da Kathmandu poi sulla solita strada appare una coda chilometrica causata da alcuni trasporti speciali provenienti dall'India quindi finalmente ci si muove e presa la strada verso il Terai toccheremo anche velocita' mai pensate come i 90 all'ora.
A Daimlu l'autista si ferma a mangiare, vado a fare due passi, almeno pensavo, poi vengo fermato da due simpatici santoni, uno mi scrocca una sigaretta e l'altro mi scrocca la cicca della sigaretta!! Vedo un terzo che si incammina per una scalinata e lo seguo, scopre che sono italiano e mi dice "Rome is painting" (Roma e' un dipinto!) e scoppia a ridere clamorosamente cosi decido di incamminarmi, saranno venti minuti di salita con gradini anche ripidi, altri santoni e tante scimmie che scappano appena punto la macchina fotografica. Un indiano mi invita a salire ma senza comprare niente, mah!! Arrivato in vetta trovo un piccolo tempietto induista con diversi fedeli, niente di che ma la passeggiata si e' rivelata divertente e interessante, mentre scendo sento musica orientale, in un piccola radura alcuni uomini tra cui un poliziotto ballano ondeggiando e quattro santoni seduti li guardano seriosi, che mondo strano!! Finalmente arriviamo a Lumbini, tante risaie e un piccolo villaggio esterno ad una grandissima area religiosa, fa molto caldo e trovo alloggio al Lumbini Village Resort, una piccola tranquilla guesthouse. Per la notte utile sia la zanzariera che il ventilatore.
Appena sveglio vado a fare colazione nel ristorantino davanti al mio alloggio e vengo subito salutato da un sorrridente namaste, e' il piccolo figlio del padrone, un bambino tracagnotto che ieri sera mi ha battuto a braccio di ferro.
Ehm sto scrivendo da un cybercafe e in questo preciso istante si e' presentata una mucca bianca immensa con un solo grande corno, dovro' cedergli la postazione? Vado a chiedere !!
Entrato nella zona sacra vengo fermato da qualche mendicante, ce n'e' tanti, ma svicolo ed entro nel primo monastero quindi nel secondo il capo monaco mi mette un laccio multicolore al polso e bello contento entro nel cerchio sacro, ovvero dove c'e' il punto esatto in cui e' nato Buddha. Davanti alla pianta simbolica ci sono monaci buddhisti e santoni induisti tutti insieme silenziosamente in preghiera, e' un'atmosfera incredibile. Mi siedo un po' di tempo anch'io. Quindi comincia la grande camminata lungo il canale che divide monasteri Theravada da una parte e monasteri Mayabhana dall'altra. Incontro piu' volte il padrone della guesthouse che sta accompagnando in tour i suoi parenti di Kathmandu, lo definiscono un giro entusiasmante e illuminante, come dargli torto! Il mio preferito e' ovviamente il monastero tibetano nepalese dove trovo la solita funzione musicata e tanti bambini che stanno studiando ma alla fine li visito quasi tutti, e' un vero e proprio museo vivente all'aperto dove sono rappresentate quasi tutte le dottrine buddhiste e un paradiso per chi e' alla ricerca di un luogo per la meditazione. E' un continuo metti e togli i sandali cosi' all'ultima visita in zona Sri Lanka riesco anche a scivolare sul bagnato, un inizio di temporale giusto in tempo per dare il mio rumoroso saluto alla terra. Per fortuna nessun danno cosi riparto verso il villaggio e incontro il mio autista che ha preferito farsi un giro in bicicletta.
Ritorno a Pokhara
Saluto Lumbini e il padrone della guesthouse che continua ad adularmi, è rimasto colpito dal mio rapporto con i santoni , non ho dato una rupia eppure tutti mi hanno sorriso, concesso una foto e stretto la mano, in pratica hanno detto "sei uno di noi!!", e non me ne preoccupo!! Zoppico un pò ma la situazione acciacchi dopo la caduta di ieri è in netto miglioramento con tanto di livido sulla chiappa destra. Sveglia alle cinque in punto grazie ai canti striduli che provenivano dal tempietto di Shiva, un pò dappertutto ne stanno costruendo in occasione del Dasain, la festa dei prossimi giorni. Abbandonata questa zona che sembra più India, il confine è vicinissimo, cominciamo ad arrampicarci per dei tornanti in mezzo alla foresta, terrazze di riso e cascatelle a picco
sulla strada contornano lo stupendo panorama che ci accompagna fino a Pokhara. Prendo alloggio nel solito hotel Himalayan Inn e poi faccio due passi per questo paesino turistico, riesco anche a trovare un giallo italiano in un negozio che vende e compra libri. Mi manca un pò il bel gruppo delle prime due settimane. Mangio un bisteccone insieme a delle cinesi di Taiwan, compro qualche pashmina e poi me ne torno all'albergo per un meritato riposo.
E intanto mi chiedo : "come mai tutte le volte che torno a Pokhara zoppico?".
Ma la cosa più bella e gratificante è vedere che tutti i ragazzi dell'hotel passano salutandomi con un sorrisone contenti del mio ritorno, ma su tutti emerge il vecchio Gurkha, ora addetto alla sicurezza, che mi saluta sempre con un sorrisone ed un impeccabile saluto militare.
Relax a Pokhara
Rilassarsi è ascoltare "Black magic woman" di Carlos Santana con davanti una birra Everest e soprattutto il tramonto sul lago Fewa in cui navigano lente tante barchette e all'orizzonte si stagliano le Montagne, assolutamente con la M maiuscola, l'Himalaya!! Non si capisce dove finiscono le montagne ed iniziano le nuvole: spettacolo! Ecco il solito Namaste del mio gourkha preferito per coronare la giornata.
Giornata iniziata nel sottosuolo di Pokhara tra tempietti dedicati a Shiva e Ganesh e cascate vere e proprie che creano un grosso fiumiciattolo sotto buona parte di questa città che si è ingrandita a dismisura in 25 anni, come dice il mio autista quest'acqua sotterranea è il vero pericolo di Pokhara. Per strada fervono i preparativi del Dasain, in ogni angolo mercatini dove vendono caproni, tutti ammucchiati contro le rocce come a presagire la brutta fine che faranno domani, il sacrificio a Shiva. Ci spostiamo di qualche chilometro per entrare nella zona dei profughi tibetani, e visito un grande monastero dove fervono i preparativi per la festa buddhista che partirà domani ... ovviamente senza sacrifici!! Non manco qualche giretto nei negozietti tibetani, bisogna pur aiutare la loro povera economia ... il vecchio venditore con cui faccio acquisti promette che domani accenderà tre candele per me e spargerà al vento le preghiere, perchè non credere al suo stupendo sorriso!? Poi con il mio fido autista Ram ci perdiamo dentro al museo della montagna, prima a vedere un film sulla cultura nepalese d'alta montagna quindi a lustrarci gli occhi di fronte alle imprese dei più grandi alpinisti mondiali come Reinhold Messner ed Hillary, il primo a toccare la cima del Sagarnatha, il monte Everest. In serata faccio un giretto sul lago, le Montagne continuano a farmi da contorno protettivo.
Dasain
La festa piu' importante del calendario nepalese, In hotel hanno finalmente finito di costruire l'immensa statua di Shiva in cartapesta con tanto di citta' e ponti verso la santita' tutti inseriti in una grossa fontana. Il padrone mi chiama e con grande orgoglio accende la cascata d'acqua ... nel frattempo un americano rompicoglioni si lamenta che nella colazione non c'e' la salsiccia!! E chissenefrega. Davanti alle case tutti sono intenti a pulire gli animali appena uccisi, soprattutto capretti ma anche bufali davanti alle case piu' grosse. La strada per Pokhara e' poco trafficata a sorpresa, pero' qualche incidente c'e' sempre, la cosiddetta co-guida non funziona sempre alla perfezione. Anche Kathmandu e' piu' tranquilla del solito cosi ho gioco facile a sfuggire a tre santoni sorridenti che vorrebbero imprimermi la tikha sulla fronte. Ottimi i pesciolini di fiume fritti mangiati lungo la strada.
Meritata bisteccona all'Everest Steak House quindi altrettanto meritato sonno. Al risveglio e' subito spettacolo, essendo Dasain molti del personale sono in festa e per la colazione si adoperano la guardia e un facchino, c'e' veramente da ridere ma alla fine arriva sia il caffe' che l'omelette con il bacon e addirittura tre fette di pane tostato ... ma arriva anche un gruppo di Avventure nel Mondo e la prima a scendere dal pulmino e' Barbara, una ragazza che lavora in piazza a Fidenza, il mondo e' veramente piccolo. Ci riincontreremo stasera o domani a Bungamati, intanto io passeggio senza meta per il centro di Kathmandu sempre tranquillo in questi giorni, arrivo a Durbar Square e qui non mancano i sacrifici anche troppi di capretti e altro in ogni piccolo tempietto presente, sangue e coltelli affilati la fanno da padrone. Dopo un po' decido di fuggire nel mio solito ancolo di pace, il Boudanath dove ammiro come al solito l'immenso stupa bevendomin qualcosa su una terrazza poi mi siedo su una panchina ad osservare i tibetani che camminano attorno e pregano. "Oggi e' Dasain !" mi dice un taxista sostenendo che le corse costano tutte di piu' ma sorridendo spunto un buon prezzo per tornare nel Thamel il quartiere turistico, alle 16 ho appuntamento per un massaggio!!
Namaste Nepal!!
Il Dasain continua e anche la tranquillità di Kathmandu e della sua valle, non
fosse per i tantissimi sacrifici. Sabato vado a trovare Amar, il vecchio corrispondente di Avventure e grande amico incontrato tante volte durante i miei viaggi in terra nepalese. Oggi è anche il grande esecutore della cerimonia
della tikka, è lui come uomo più anziano della famiglia ad officiare la cerimonia con tutti i parenti e anche con me!! Pone la grande tikka rosso-viola sulla fronte, alcuni punti in altri punti strategici della testa, foglie
di mais, laccetti rossi e bianchi accuratamente tagliati dalle donne di famiglia, e addirittura offerte in denaro. Cerimonia toccante, è il capodanno nepalese anche se assomiglia alle celebrazioni del nostro Natale ... comunque
sia intanto siamo all'anno 2071. E io dopo giornate piene di tante emozioni devo infine lasciare il paese e tornarmene in Italia con un lungo volo. La mente è stata più che lavata. Grazie come sempre a questo popolo povero di
denaro ma ricchissimo di sentimenti, spiritualità e soprattutto umanità!!!
Marco Cavallini
E' sempre attiva "Emergenza Nepal"
Itinerario del Viaggio in Nepal
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ultimo aggiornamento 19/10/2021