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18 marzo - 25 marzo 2005
In Kurdistan col cuore, con l’anima, col corpo
Conoscere il popolo kurdo col cuore , con l’anima, col corpo accende emozioni di una intensità tale da diventare sofferenza. Sofferenza del cuore e della carne.
I Kurdi rappresentano un popolo che non esiste, perché una tirannide ottusa impedisce loro l’identità.
Entrare in contatto con loro è entrare nel pieno dell’umanità, dello spessore più profondo di quello che mai ho potuto supporre possa esistere in un uomo.
Uno sconosciuto che viene da molto lontano, da una cultura occidentale opulenta e priva di dubbi, solo perché mostra di interessarsi, per qualche giorno, di loro, disposto ad ascoltarli, ad abbracciarli ed a farsi abbracciare, a stringere centinaia di mani, viene accolto come un uomo, una persona, uno di loro. Perché i Kurdi sanno l’umanità.
Essere molto lontano da casa, tra gente sconosciuta e sentirsi in casa propria, tra gente amica, ti fa sentire bene accetto, amato, come raramente mi è capitato in sessanta anni di vita.
Ti ascoltano, ti stringono, ti calcano addosso la loro umanità, il loro corpo. Quel corpo che rappresenta l’unica ricchezza dell’oppresso: per questo le polizie di tutti gli stati tiranni, all’ultimo, infieriscono sul corpo, lo mutilano, rendono insensibili i suoi nervi.
E’ un popolo sano, ama la sua terra e non può coltivarla, non ne è padrone. Ama le sue tradizioni, le sue radici, ma gli è impedito di mostrarle, condividendole con gli altri uomini del mondo, trasmettendole ai propri figli.
Conosco i Kurdi e non amarli è impossibile. E’ un popolo disgraziato perché l’occidente consumista e superficiale non può permettere una cultura libera, fiera, antica. L’occidente non può permettersi di confessarsi debitore della cultura di un popolo emarginato.
Amo il popolo kurdo per la sua fierezza, per la sua sete di libertà, per il suo desiderio di giustizia, per le sofferenze patite e che patisce. Amo il popolo kurdo perché difendendo la sua dignità difende la dignità di tutti gli uomini della terra. Amo i Kurdi col cuore, con l’anima, col corpo.
(Alberto Marzucchi, delegazione a Sirnak)
Rapporto sul Newroz 2005 di Nelly Bocchi
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ultimo aggiornamento 19/10/2021