Il 2004 è iniziato su una barca ad Halong Bay. Niente fuochi di artificio o champagne.
Una barca dove abbiamo dormito, una decina di persone compresi i tre vietnamiti, una baia
protetta da rocce, la luce di mezza luna, le luci delle barche dei pescatori e qualche Tiger
beer. A mezzanotte e mezza o l'una ero già a dormire.
Il mio breve viaggio è terminato con Hue ed Hoi An verso il sud del vietnam: due
angoli di storia, di arte e di bei tramonti sull'acqua bevendo un "ca phe sao".
Huè altezzosa con le sue donne in tuniche bianche che in bici vanno negli uffici.
Hoi an, più semplice, è una deliziosa cittadina di pescatori di antiche origini
cinesi, un continuo andirivieni di barche in un inesorabile movimento organizzato che inizia
alle 6 di mattina (o forse anche prima, ma prima delle 6 non ce l'ho proprio fatta ad essere
al porto) e di biciclette colme di cesti di fiori e frutta verso il mercato.
Il mio primo caffè della mattina ai tavolini rossi di plastica più bassi di me e
qualche pseudo chiacchera con qualche vietnamita che se la prende con comodo come me.
Hoi an ha un fascino tutto suo, raccoglie l'essenza del Vietnam: la luce, l'acqua, lo stile
delle case, il portamento delle donne, gli odori ed anche il rumore di qualche motoretta di
troppo, antichi mosaici sui tetti delle pagode, risaie quasi nel centro della cittadina e buoi
che trainano l'aratro. Legno scuro e lanterne rosse per i ristorantini sull'acqua e nelle
stradine della seta di Hoi An.
6 gennaio 2004
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ultimo aggiornamento 20/10/2021