18 agosto 2000:
Partiamo per l'escursione al Siete Altares alle 9.30 dal Bahia Azul, anche se dovevamo partire alle 9.00. Siamo un bel
gruppetto di turisti impazienti a partire. Ci danno anche un sacchetto con un toast e macedonia di frutta. A piedi seguiamo
cue guide locali, una Garifuna e l'altra guatemalteca; sono due persone simpatiche; l'uomo garifuna è ovviamente
negro dal fisico scultoreo e scalzo (farà tutta l'escursione a piedi nudi, nel fango, sui sassi, in acqua, ecc.),
piuttosto taciturno, mentre il ragazzo più giovane è serio e ben vestito, sembrerebbe un altro escursionista.
Iniziamo partendo da Livingstone per campi e capanne nella periferia dirigendoci verso nord-ovest fino a raggiungere il
mirador, un punto panoramico vicino al paese; da qui si vede il mare. Per sentieri malridotti (fango fino alle caviglie)
raggiungiamo dopo circa un'ora di cammino una laguna tra la jungla, qui aspettiamo una canoa che ci trasporterà, a
turno (ha dieci posti), fino a una bella spiaggetta dove facciamo il bagno e riposiamo un po'. Da lì sempre a piedi
andiamo alle cascate de Los Siete Altares sempre per sentieri poco invitanti e in certi punti pericolosi. Da notare come
entrambe le guide siano armate: con machete naturalmente, il ragazzo ha anche il cellulare!
Le cascate si dispongono su
sette livelli e noi raggiungiamo quello superiore dove facciamo il bagno in una vasca profonda e con l'acqua freschissima.
Da uno sperone ci si può tuffare, e l'uomo garifuna naturalmente è un esperto tuffatore. Sembra che in questo
posto siano state girate alcune scene del primo Tarzan! La jungla ci copre completamente!
Verso le 15.30 iniziamo la
strada del ritorno, seguendo la costa lungo la spiaggia. Siamo stanchi e alle 18.00 arriviamo in albergo. Domani partiremo
per Flores.
19 agosto 2000:
Oggi abbiamo in programma l'escursione sul Rio Dulce e proseguiremo da lè per Flores. Prendiamo una lancia alle 9.15
(60 Q) e iniziamo a scivolare sulle dolci acque del Rio Dulce che alla fine si congiungono al Golfete prima e infine formano
il lago Izabal. Non prenotate la lancia quando arrivate a Livingstone, potete tranquillamente prenderne una la mattina
stessa. Il paesaggio è molto bello anche perchè l'acqua è uno specchio verde riflesso. la vegetazione è
ricchissima e si erge in tutto il suo splendore gettandosi poi direttamente nel fiume. Non vediamo tanti animali ma ci sono
cormorani e aironi, pellicani e anatre. Di tanto in tanto si scoprono case fatte a capanna e famiglie che vivono sulle
sponde del rio. Mamme che fanno il bucato nel fiume e bambini che giocano o aiutano. Cayucos diretti da abili pescatori che
pescano usando anche le reti a ventaglio. Il sole spesso ci regala colori sgargianti dominati dal verde brillante che sfuma
verso tinte più chiare al giallo e verso tinte più scure. E' emozionante stare agli ordini di madre natura,
rimanerci in silenzio e ascoltare. Raggiungiamo dopo circa un'ora e mezzo il ponte che oltrepassa il lago tra il Golfete e
il lago stesso. Al di là del ponte c'è il bel castillo de San Felipe, costruzione a difesa dai pirati eretta
dagli spagnoli. Noi non ci fermiamo ma mi sarebbe piaciuto molto ...
Alle 11.35 scendiamo dalla lancia per aspettare a
Rio Dulce o Fronteras (la località è sempre la stessa ) l'autobus diretto a Flores. Il piccolo paese è
caotico, per la presenza di molti turisti che aspettano di imbarcarsi o di prendere uno degli autobus lungo la strada. Oggi
c'è il mercato ed io acquisto due aguacate (avocado) per mangiarmeli a colazione, un poquito de sal y pan, sabroso!!
Qui sulla strada prendiamo il bus per Flores (50 Q) alle 12.50 circa (il biglietto si compra nelle vicinanze della fermata).
Dopo un viaggio abbastanza decente e dopo un controllo dei militari alla ricerca di clandestini, arriviamo a Santa Elena,
prima di Flores, alle 16.45 dove decidiamo di scendere (sull' autobus, delle ragazze locali ci dicono che qui è più
economico pernottare rispetto a Flores, e da Santa Elena si può raggiungere Flores a piedi: verissimo, alla sera ci
andremo). Scegliamo un hotel chiamato Hotel Alonzo, una camera con tre letti, bagno privato, ventola a 35 Q a testa. La
camera è soddisfacente, spaziosa. Riserviamo già l'escursione a Tikal per domani mattina alle 5.00!
Sembra che il momento migliore per la visita alle rovine maya sia proprio la mattina prestissimo, con il minibus dovremo
arrivare a Tikal in un'ora circa e raccogliere prima gli altri passeggeri. Il prezzo per il trasporto è di 40 Q a
testa. Passiamo la serata a Flores dove mangiamo bene al ristorante "La Luna" (anche il vino cileno...) e facciamo acquisti
(i primi e gli ultimi in Guatemala, un po' più cari qui a Flores purtroppo).
20 agosto 2000:
Partiamo alle 5.00, ... sì anche questo è vacanza!! Ci vengono a svegliare in camera bussando ripetutamente a
noi e alle altre camere prenotate! Servizio di sveglia in camera!
Dopo un'oretta di viaggio passando a raccogliere altri
turisti, arriviamo all'entrata di Tikal alle 6.00, e dopo aver pagato il biglietto (50 Q) andiamo a fare la colazione al
comedor "Corazon de Jesus" proprio davanti all'entrata. Il tempo è strano, nebbioso, le nuvole coprono tutta la
boscaglia. A quest'ora ovviamente non ci sono molti turisti in giro. I sentieri sono immersi nella selva e si sentono i
versi di uccelli e forse anche di scimmie. Le segnalazioni per le rovine sono quasi assenti e non abbiamo dei riferimenti
sicuri. Non si vede niente, solo alberi altissimi, liane, piante di ogni genere, ma di rovine neanche una traccia. Ma ora
ecco che ci appare finalmente la sagoma alta del tempio I, la piramide. Il momento è emozionante per l'attesa e
perchè è emerso dal nulla, semi-nascosto dalla nebbia fitta, ci appare questo magnifico tempio, alto
piramidale. Nella grande plaza ora non ci sono tante persone, la sensazione è surreale piacevolmente trasparente.
Cammino sull'erba bagnata, di fronte al tempio I si staglia, contrapposto, sfidandolo il tempio II, più basso a cui
si può accedere e salire sulla ripida scalinata. Il tempio I non si può invece scalare, è vietato.
Dall'alto del tempio II la vista è stupenda, è un momento impareggiabile, sono emozionato di stare qui perchè
mi sento bene, semplicemente!!
La nebbiolina gradualmente si dissolve per l'avvicinarsi dei caldi raggi solari. L'aria è
umida e fa più caldo. Sulla plaza ci sono anche una dozzina di stele (mi sembra) che rendono più sacra la
spianata stessa. Fino alle 14.00 vedremo templi e rovine, acropoli, ecc. (Mundo perdido!). Ciò che rende Tikal
diversa dagli altri siti Maya che ho già visto (Palenque, Copan, Chichen Itza, Uxmal, Tulum, ecc.) è che qui
tutto è nascosto dalla jungla. Quando si cammina non si ha mai l'impressione di trovarsi in una città antica:
Tikal che aveva grandissima importanza e dimensione. I templi sono incastonati nella natura, "protetti" da Madre Natura!
Gli animali che si sentono sono gli unici abitanti rimasti.
Siamo riusciti a vedere una scimmia che si lasciava dondolare
da un albero all'altro ed anche un grosso roditore simile a un tapiro che era intento a scovare cibo fra le foglie, forse
era un tapazcuintle? Tikal adesso è illuminata dal sole. I turisti la invadono e se ne impossessano ripopolandola.
Solo la sera resteranno gli animali che finalmente godranno tutta per sè Tikal.
Dopo le fantastiche emozioni che
abbiamo avuto a Tikal, una città così "sperduta", ritorniamo in albergo con il minibus dell'andata, che ci
aspetta all'uscita. Passiamo la serata a Flores che raggiungiamo a piedi passando sul ponte che taglia il lago. Dopo aver
saltato da un locale all'altro, uno sulle sponde del lago aveva una bella vista, mentre in un altro su una terrazza abbiamo
cenato e ascoltato buena musica (womens voices world), siamo stanchi e domani dovremo svegliarci ancora presto! Dobbiamo
essere pronti per le 5.00 ora di partenza del bus per Chetumal, Mexico!
21 agosto 2000:
Alle 5.00 siamo già ad aspettare il bus per Chetumal sotto, all'entrata del nostro hotel. Abbiamo acquistato il
biglietto il giorno prima in un'agenzia di Flores per 25USD, anche se sul ticket la signora scrive 35USD. A Tikal c'è
il business. Tutti ti propongono tickets per ogni dove a prezzi che cambiano rapidamente. In albergo avevamo avuto la
proposta per un autobus per Chetumal a 35USD e poi l'abbiamo trovato a 25. Alle 6.00 siamo già fuori Flores e ci
stiamo dirigendo verso la frontiera con il Belize a Melchor de Mencos.
Arriviamo a Melchor de Mencos alle 7.30, scendiamo per le formalità di frontiera e paghiamo la tassa di uscita alla
migracion guatemalteca, 10 Quetzales. Poi, sempre a piedi e con lo zaino in spalle, andiamo all'ufficio doganale belizano di
Benque Viejo, dove ci timbrano il passaporto per il transito in Belize. Ripartiamo con lo stesso autobus, che nel frattempo
era avanzato nel lato belizano, alle 8.15. Le dolci note di Cesaria Evora accompagnano il mio viaggio in Belize, attraverso
campi verdi, casette coloniali inglesi e il cielo che rimane sempre coperto. Arriviamo alla frontiera con il Messico alle
13.00 e ripartiamo solo alle 14.00 perchè a una coppia di italiani non viene rilasciato il visto belizano di uscita
(10 USD) in quanto sprovvisti di quello di entrata! E' probabile che i due non abbiano controllato se a Benque Viejo fosse
stato apposto il timbro di entrata, oppure abbiano "saltato" il controllo belizano anche se erano nel nostro stesso bus!
Quindi, controllate sempre che vi timbrino il passaporto altrimenti, come è successo a loro, dovrete ritornare al
posto di frontiera che avete fatto e ripetere la procedura!! Così è stato per i due italiani, tornare indietro,
con un costoso taxi fino a Benque Viejo!!!
SIAMO IN MEXICO!!
Arrivamo a Chetumal alle 14.00 circa e come al solito
siamo stanchi morti per il lungo viaggio. Alla stazione degli autobus non c'è un cajero automatico che però
troviamo in un vicinissimo supermercado uscendo dalla stazione subito a sinistra (1 minuto). La stazione serve sia bus di
prima che di seconda classe e riusciamo a prendere quasi al volo l'autobus con destinazione finale Xcalak anche se la nostra
meta e termine del viaggio odierno sarà Mahahual. Il biglietto lo faremo in bus (32 pesos).
Sono circa 131 km. fino
a Mahahual e la strada alla fine non dovrebbe essere asfaltata. L'arrivo di oggi in Messico è stato positivo, come un
ritorno a casa: ci sono risultate familiari già tante cose (per es. il tempo che qui è più soleggiato e
caldo). Abbiamo passato tre frontiere solo in questa giornata e la grana capitata alla coppia di italiani ci ha fatto
riflettere. Arriviamo a Limones, che è il crucero dove svolteremo a destra verso il mare. In realtà, il bus
ferma prima a Limones saltando il bivio per Mahahual per poi tornare sui suoi passi fino al bivio stesso e imboccare la
strada giusta. Sono le 16.05 e imbocchiamo una strada dritta e un po' stretta ma in buone condizioni. Siamo consapevoli che
il mare si avvicina sempre più. Siamo sulla costa finalmente! Questo è il mar dei Caraibi messicano! Siamo
tornati ancora una volta! Le palme stanno a guardare e le sfumature dell'acqua sono sensazionali.
Il paese di Mahahual
è piccolo, cioè, se paese si può dire è solo un riferimento lungo la costa con alcune case e
baracche. C'è un supermercado piccolo a mo' di spaccio alla sinistra della strada che porta al crucero, un hotel
"Mahahual" e due o tre piccoli comedores. L'autobus lascia alcuni passeggeri e inizia a scendere verso sud lungo la costa
con direzione Xcalak. Ci viene chiesto dove vogliamo scendere ma io rispondo che non lo so!! Non ho più la minima
idea di dove scendere, siamo arrivati? Ma qual'è il centro? E' proprio Mahahual questo povero insediamento?
Allora, visto che ormai Mahahual è alle spalle decidiamo di scendere qui, quasi in spiaggia sulla strada sabbiosa e
che si stringe ancora. L'autobus ci lascia soli rombando e alzando una nuvola di polvere alle sue spalle. E noi tre ci
guardiamo in faccia: "ma dove diavolo siamo capitati? Qui non c'è un bel niente!". Appoggiati per terra sui nostri
zaini, stanchi ancora una volta e abbastanza depressi per questa "sorpresa". Mi incammino per la stradina un momento, alla
ricerca di qualcuno o qualcosa e un senor sui gradini di legno della sua baracca mi informa che più avanti ci sono
alcune cabanas, le prime più economiche delle successive. Con Gino arrivo alle Cabanas Coco Ha, sulla spiaggia.
Sono cinque cabanas ben fatte (100 pesos a cabana), tonde, con le pareti di cemento e bambù, con letti matrimoniali e
zanzariere. Unica nota negativa è il mare davanti che è un po' paludoso e basso, non proprio ideale per fare
il bagno. Grazie al passaggio su una camionetta torniamo alle cabanas con gli zaini. Nelle cabanas c'è un letto
doppio con materasso, zanzariera, pavimento in cemento e zanzariere lungo le aperture in alto lungo tutta la circonferenza
della capanna. C'è anche un tavolinetto con una candela. Proprio così una candela, che è l'unico
sistema di illuminazione! A Mahahual non c'è ancora l'elettricitè! Ci si arrangia, proviamoci.
Beatriz, la proprietaria, è una giovane e gentile signora che gestisce questa sistemazione "Coco Ha". Il bagno è
naturalmente in comune e per la doccia bisogna arrangiarsi con un secchio che va riempito d'acqua tirata su da un pozzo.
Come una volta!
Ceniamo molto bene al comedor in "centro" dove si mangia alla buona, pesce e pollo (poste de pescado e
cerveza grande: 50 pesos). Alla cameriera chiediamo informazioni sulle voci che danno Mahahual come la nuova Cancun.
C'è un progetto per sviluppare questo posto, a dicembre arriverà la luce e stanno costruendo un molo più
a nord per le navi da crociera. Gino appare interessato e il discorso scivola via, parlando di soldi e di terreni ... sembra
che già qualche italiano abbia comprato un terreno. Dopo cena torniamo alla base e scrocchiamo un passaggio a una
coppia di italiani che hanno la macchina a nolo. Il dopocena davanti alle cabanas sulla spiaggia e con solo le stelle che
illuminano il cielo è da mille e una notte. La stellata è incredibile, si vedono vie lattee e agglomerati di
puntini che scintillano lontani e tutto ciò in silenzio, solo il fruscio delle palme al vento. La barriera corallina
è a circa 250 metri dalla riva e si odono le onde più fragorose che si infrangono lontane in quel punto.
La notte nella cabana è un po' tormentata per il caldo e per i mosquitos (io sono solo in una capanna, mentre Gino e
Janko sono in un'altra capanna; non ci sono capanne libere per tre persone), ma alla fine dormo bene, sicuramente aiutato
dall'avventura a Chachaguate.
22 agosto 2000:
Alle 5.30, per la terza volta consecutiva sveglia all'alba, Gino e Giancarlo si svegliano, ed io anche, perchè oggi
ci separeremo! Ho deciso che li raggiungerò domani a Isla Mujeres, voglio riposarmi un'intera giornata qui, nel dolce
far niente di Mahahual. Non ci sono turisti, solo quattro spagnoli che alloggiano qui nelle cabanas, e perfino i messicani
sono pochi. L'autobus per Limones che doveva passare sulla strada alle 6.30 arriva solo alle 7.05. Gino e Giancarlo non
hanno dormito quasi niente e questa è la terza mattina consecutiva che si svegliano prestissimo. La senora Beatriz ci
dice che l'autobus non arriva mai "ante la seis y media" anzi può arrivare anche despues! Io rido quando Beatriz si
stupisce nel vedere Gino e Giancarlo svegli e pronti di tutto punto per partire, o meglio, "scappare", alle 5.30 e con
l'autobus che passerà proprio a un metro dai nostri letti!!
Quando arriva il bus i mosquitos ormai si sono
divorati gran parte delle braccia e delle gambe di Gino e Giancarlo che saluto e che mi aspetteranno domani a Isla Mujeres.
Qui a Mahahual non c'è molto da fare. Ci sono ottime proposte per oziare davanti al mare ma anche per le immersioni
nei dintorni o al Banco Chinchorro. Questo banco ha una serie di isolette fra cui Cayo Grande al centro che è abitato
e ha cabanas. La barriera corallina circonda tutto il banco e sui fondali dovrebbero esserci relitti di navi nuove e forse
anche di un galeone. Passo la mattina in spiaggia a cuocermi al sole che è forte ma il vento mi aiuta a resistere
anche se inizia a farmi male la testa. Nelle cabanas "Coco-ha" ci sono altri quattro giovani, tre ragazze e un ragazzo tutti
spagnoli (di Barcelona e una ragazza di Pamplona). Parlo per un po' con Ruben, di Barcelona, che mi spiega perchè è
qui a Mahahual. Decidiamo anche di fare un po' di snorkeling, anche se io posseggo solo un paio di occhialini. Ruben prende
in noleggio (20 pesos) da Beatriz pinne e maschera e partiamo. Bisogna fare attenzione a nuotare vicino a certi coralli
taglienti quando l'acqua è bassa bassa. Non sono allenato e ho poca resistenza e quando sono in alto mare, vicino al
molo, decido che è il momento di uscire prima che mi stanchi e non riesca più ad andare avanti; ho bisogno di
essere aiutato e chiamo Ruben che nel frattempo è impegnato con lo snorkeling. Poi, mentre Ruben capisce la mia
angoscia e intenzione vedo una lancia avvicinarsi a me, chiamo subito aiuto e mi faccio portare vicino al molo dove riesco
finalmente a uscire sano e salvo, stanco e un poco impaurito.
Il pomeriggio è stato molto bello perchè ho
fatto amicizia con il gruppo spagnolo: Ruben, Ana, Mara e Yaizba! Sono tutti simpatici e per i gusti nel viaggiare simili a
me. A loro gusta mucho viajar! Abbiamo mangiato anche coco y pina sulla spiaggia e abbiamo parlato tranquillamente dei
nostri programmi e dei posti che abbiamo visitato. Alle 18.30 circa arriva il solito bus da Chetumal e ricompaiono qui da
Beatriz i due italiani che erano stati "rispediti" indietro alle frontiere con il Belize. Nadia e Walter, di Torino,
simpatici e viaggiatori incalliti, non si sono tirati indietro nell'accettare la sistemazione da Beatriz.
Ormai il gruppo
è ben definito e tutti e sette andiamo assieme a mangiare. Io consiglio loro di provare la caracol che ho mangiato
proprio a mezzogiorno. Marta sicuramente la proverà e alla fine l'assaggeranno un po' tutti. Quando torniamo verso
le 22 alla coco-Ha, rimaniamo ancora a parlare assieme nella cabana degli spagnoli. C'è tutto, anche la musica che
suona "Uncle Tupelo". In spiaggia è magnifico, le palme che coprono il cielo illuminato da cosè tante stelle,
il mare sembra parli in continuazione con noi e l'aria che ci accarezza delicatamente. Sull'amaca si sta così bene
che il tempo pare si fermi. Non capisco tante cose, forse è stato solo un sogno, ho visto i miei amici stare bene e
ciò mi basta. Sono stato bene in loro compagnia in un luogo che non dimenticherò mai. Adesso sono così
felice che rimpiango di essere partito presto da Mahahual. Ho lasciato i miei amici mentre dormivano e ho preso il bus delle
7.00.
23 agosto 2000:
In direzione Limones (25 pesos) dove cambierò autobus (di seconda classe) per proseguire fino a Cancun (89 pesos,
fermerà a Felipe Carrillo Puerto, Tulum, Playa del Carmen) dove in traghetto raggiungerò Isla Mujeres.
Ripenso a ieri sera, non mi scorderò mai di ieri sera!! Ho finalmente visto tutta la bellezza del mare, della
spiaggia, della brezza marina e ora non mi do pace. Vado alla ricerca di questi posti. E li troverò! A Cancun, di
fronte al teminal degli autobus, prendo un bus pubblico (3 pesos) che va a Puerto Juarez dove ci sono i Ferry Boats per
Isla Mujeres (Express a 35 pesos). Arrivo a Isla verso le 16.00 e mi dirigo all'hotel Las Palmas che conosco già
perchè ci sono stato nel 1999; so che Gino e Giancarlo mi aspettano là. La camera dei miei due amici è
sufficiente per tutti e tre, ha due letti matrimoniali, il bagno, ma la notte fa un caldo torrido! Vado in spiaggia e
conosco altri amici di Gino e Giancarlo con cui andranno alla vicina Isla Contoy domattina. L'escursione costa 150 pesos e
comprende anche il pesce pescato.
24 agosto 2000:
Oggi è giorno di abbronzatura, spiaggia e mare, relax totale. La spiaggia principale di isla Mujeres è a due
passi dal nostro albergo e alle 10.00 sono già steso sulla bianca sabbia (fatta di minuscoli coralli). Le prime
impressioni di Isla Mujeres sono meno belle rispetto all'anno scorso. L'isola si sta "attrezzando" sempre di più per
ricevere ancora più turisti e visitatori tutto l'anno, sono aumentati i negozi e i ristoranti e quindi si sta
perdendo la vera identità di questo luogo. Ho l'impressione che "isla" si stia imbruttendo sacrificando il suo
fascino particolare che aveva la sera quando rimanevano aperti solo pochi locali e dopo che la folla turistica proveniente
da Cancun fosse tornata sulla costa. Dopo una bella giornata al mare, e che mare(!!), decido che domattina partirò!!!
Voglio tornare sulla costa messicana del Pacifico, per vedere Mazunte o Zipolite e ancora Puerto Escondido.
Purtroppo devo lasciare i miei compagni di viaggio che partono per l'Italia tra una settimana mentre io dispongo ancora di
due settimane.
25 agosto 2000:
Parto alle 6.30 da "isla" con un traghetto, mentre a Cancun salgo su un bus di prima classe per Merida (130 pesos) al
terminal degli autobus. Merida la conosco già, lascio lo zaino al terminal nel deposito bagagli e inizio a passare un
po' di tempo gironzolando per la plaza major e dintorni in attesa di ripartire, questa volta con destinazione San Cristobal
de Las Casas; l'autobus parte alle 19.15 (270 pesos).
Non amo particolarmente Merida, carino il centro e alcune vie vicine, ma tutto sommato non mi appassiona. E mi chiedo anche
perchè Campeche venga "saltata" sempre a favore di Merida. Alle 19.15 parto per San Cristobal, passerò la
notte in viaggio e inizio già a pensare che sto facendo proprio un bel salto, dallo Yucatan fino alla costa del
Pacifico in 48 ore!
26 agosto 2000:
Al terminal degli autobus di San Cristobal, appena arrivato acquisto il biglietto per Pochutla delle 18.15 (230 pesos).
Pochutla è il paese da cui partono altri autobus per la costa, come Mazunte, Puerto Angel, Zipolite, Puerto Escondido.
Qui a San Cristobal cerco comunque una sistemazione veloce, dove posso riposarmi almeno un po' e recuperare dalla stanchezza
accumulata dopo l'ultima nottata in autobus: immaginate come posso aver dormito. Non voglio spendere molto, mi accontento
di qualcosa di semplice, anche di un letto e basta! Leggendo la guida che ho mi incammino fino a calle Panaguia, subito
dopo la Posada Jovel (dove sono stato gli anni scorsi) e mi sistemo alla "Posadita". La camera costa 50 pesos, è un
po' chiusa ma i due letti sono più che sufficienti e c'è anche il bagno con la doccia. Dormo fino alle 12.00,
una doccia e poi inizio a passeggiare per le stradine tranquille di San Cristobal. Vado verso il mercatino a nord dello
zocalo e poi a sud lungo le calles più belle. Sono stanco, non vedo l'ora di arrivare al mare e poter riposare come
si deve!
27 agosto 2000:
Arrivo a Pochutla alle 8.00 circa e con un ragazzo francese e una ragazza austriaca aspetto un colectivo per Mazunte (5
pesos). Il colectivo è in realtà un pick-up con panche di legno e la cerata anti-pioggia. Il percorso lungo la
C200 dura circa 40 minuti e a San Antonio si svolta a sinistra scendendo verso il mare. Vedo solo palme e qualche casa qua
e là ma praticamente non c'è nulla, solo sentieri e una strada asfaltata parallela alla spiaggia. Voglio anche
raccontare che tra i passeggeri sul colectivo c'erano anche dei contadini messicani con cappello e machete bene in vista!!
Arriviamo a Mazunte, una strada asfaltata e un sentiero sterrato che porta alla spiaggia. Ci si arriva presto e quando il
mare è lì davanti a me, la vista sulla baia è sensazionale; mi godo questo momento anche se sono
stanchissimo e il panorama mi libera di ogni peso! Le ondi forti tuonano continuamente, sulle colline ai lati sbucano alcune
cabanas nuove e altre ancora in costruzione. La sensazione è di un luogo molto selvaggio! Io e i miei due amici
scegliamo di fermarci in una "posada" che può concederci amache e un tetto, ma niente di più; il bagno è
veramente spartano. Si pagano 30 pesos per l'amaca ma per lo zaino non ci sono sicurezze. Questa sistemazione si trova a
destra arrivando in spiaggia, sulla collina proprio di fronte al mare. Ho l'impressione di dormire in un cantiere! Ci sono
anche dei baschi che hanno issato la loro bandiera. La vista da quassù è splendida, si vede la spiaggia di
Mazuente che si ingrandisce sempre più a sud e alcuni faraglioni si alzano al largo.
Qui a Mazunte faccio
conoscenza con due italiani di Milano, Marco e Marta, con cui passo dei bei momenti in spiaggia. Grazie a loro risolvo il
problema di "insicurezza" che avevo per lo zaino. Deposito lo zaino nella loro capanna e così stanotte dormirò
più tranquillo. Marco e Marta alloggiano in una capanna (100 pesos) di Guido, un italiano di Brescia che vive qua con
la moglie messicana. Guido mi tiene in deposito i soldi e il passaporto e mi suggerisce di fare attenzione qui a Mazunte. Si
sono verificati già furti nelle cabanas! A cena mangio con Marco e Marta al bar-comedor sulla spiaggia, pulpo
all'ajillo (50 pesos) molto buono e piccante. La notte passa ed io sono steso sull'amaca; inizialmente i moschini mi tengono
sveglio per un bel po', non sono preparato per dormire all'aperto e non ho nemmeno una coperta, verso mattino mi addormento
un po' ma che fatica!! Quando sono le 8.00 mi sveglio ancora stanco e addormentato.
28 agosto 2000:
Oggi lascerò Mazunte, voglio andare a Puerto Escondido. Dopo la mattina passata con Marco e Marta in spiaggia,
attenzione alle onde che sono un po' alte, parto con un colectivo (3 pesos) alle 15.40 circa che mi conduce al crucero
di Sant'Antonio. Da lì prendo una pasajera (bus pubblico, 10 pesos) che va a Puerto Escondido. Il viaggio dura circa
un'ora e un quarto anche se i chilometri che separano Mazunte e Puerto Escondido non sono più di trenta. Alle 17.00
sono a Puerto Escondido per la terza volta in tre anni. Scelgo di sistemarmi alle cabanas Aldea Marinero, sulla stradina
sterrata che porta a playa Marinero, subito dopo l'hotel Flor de Maria. Le cabanas sono abbastanza ben tenute e la mia
(40 pesos trattabili) ha due letti di cui uno grande, che poggiano su una base di cemento; ci sono le zanzariere e la luce.
Però per chiudere la porta di legno c'è solo un lucchetto che non chiude con sicurezza; gli anelli di chiusura
non corrispondono e sono costretto a usare il lucchetto in modo diverso, agganciandolo a un anello e a una legatura rigida
di plastica! In spiaggia è tutto come al solito con le stesse persone che affittano le tavolette da surf. La famiglia
che affitta le tavole è lì da tanto e conosco Max, Carlito e Teresa. Vado a mangiare qualcosa per cena
sull'andador turistico da "Alicia", pescado a la mexicana con riso e patatine, pane (25 pesos) e una dos equis (9 pesos).
Passo bene la notte in cabana e il sonno non tarda ad arrivare. Gioco un po' coi pensieri e i rumori che si sentono fuori.
Sono protetto dalla zanzariera felice di essere tornato a Puerto.
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Terza Parte |
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1998 - 2022 Marco Cavallini
ultimo aggiornamento 19/10/2021