Dalla Route 66 al Gran Canyon
Dopo 3217 miglia insieme saluto Fabrizio, lo raggiungerò tra un po' di giorni a Denver. E intanto per non essere da meno mi sparo subito 400 miglia. Parto preoccupato per le strade di Las Vegas che invece affronto senza problemi, problemi che arriveranno sulla strada del Nevada che mi porta a Kingman, sbando due volte a causa del fortissimo vento, non è una bella sensazione. Ogni tanto mi permetto anche una frenata di colpo cercando di cambiare, le macchine automatiche non hanno il cambio ... me lo devo ricordare. Con la nuova Dodge supero la diga di Hoover, che dà energia a Vegas, e poi mi butto sulla storica Route 66, con tantissimi angolini turistici che però mi consentono un sacco di foto, sembra di essere tornati indietro nel tempo ... tante le moto tantissime le Harley Davidson ... Easy Rider sfreccia tranquillo tra i cespusgli rotolanti. La mia meta è Williams, da qui 50 miglia e sono al South Rim del Gran Canyon, bastano tre lettere per descrivere l'effetto che fa la prima visione dal Mother of Points: Wow !!!
E' veramente immenso, indescrivibile, un'emozione che parte dagli occhi e raggiunge tutto il corpo. Decido che domani ci torno!! E' brutto soffrire di vertigini ma mi metto alla prova e quatto quatto sbircio da ogni ancolo possibile ... Madre Natura qui l'ha fatta grossa davvero!
Torno a Williams con una fame clamorosa e mi infilo nella prima bisteccheria che vedo, Rod's Steak House, mangio alla grande e ci lascio anche una bella mancia, insieme al conto salatino ... il Fabri sarà orgoglioso di me. Nel parcheggio un groosso SUV ha scritte che trasmettono amore e descrive il lungo tour di sette giorni in cui i due passeggeri hanno sparso amore per gli stati americani. Guidando al buio ho schivato abilmente un coyote e fortuitamente una puzzola. Certo che queste distanze in Italia sarebbero improponibili mentre qui negli States sono normali ... anche se cotto son cotto!! Bandiere americane sventolano dappertutto, anche sugli zaini di chi si avventura per i ripidi sentieri del Gran Canyon.
La foresta pietrificata e il deserto dipinto
Due passi per Williams che si svuota dei turisti, e poi di nuovo al Gran Canyon, vedo alcuni panorami già visti ma con un'altra luce quindi mi dirigo verso il Desert View Point, un'altra serie di scorci panoramici da rimanere senza fiato. Lungo la strada alcune bancarelle con manufatti dei nativi indiani, non vado forte perchè il fortissimo vento mi incute timore .. a tre chilometri dalla mia meta finale , Chambers, un cartello avverte di fare attenzione alle forti raffiche ... non me n'ero mica accorto! Vicino al Meteor Crater trovo un'anziano autista che si lamenta perchè i giovani camionisti guidano in sandali. Ogni tanto mi ributto sulla Route 66 e a Winslow mi fermo ad ammirare l'angolo dedicato ("The standing Corner") alla famosa canzone degli Eagles : Take it easy!! Purtroppo arrivo soltanto dopo le 16 al Parco della Foresta Pietrificata e del Deserto Dipinto (Painted Desert and Petrified Forest), è bellissimo ma non riesco a vedere tutti i punti segnalati e domani non riesco a tornarci (solo perchè apre alle 9!!). Il tramonto alla Mesa verde è favoloso e malgrado sia già passato l'orario di chiusura me lo godo con Thelma e Louise, due ragazze californiane ... ci mettiamo d'accordo che se rimaniamo chiusi dentro io ho il cibo, loro le birre ... poi partiamo verso uscite opposte e vengo presto intercettato dal ranger che mi invita ad uscire senza ulteriori soste, ne approfitto per chiedergli informazioni stradali così faccio guadagnare tempo alle due fanciulle. All'uscita il cancello è chiuso, attimo di suspence, ma si apre automaticamente. Mi fermo a dormire a Chambers e subito i Navajo mi risultano simpatici, la ragazza della reception mi fa lo sconto per la notte ... peccato poi che al ristorante non servano birre ma fa lo stesso. Domani mi aspetta una giornata impegnativa.
Rally alla Monument Valley
Non sono ancora sveglio che mi intorta un camionista, vuole sapere come mi trovo con la mia Dodge blu, lui ne aveva una da giovane e ne era entusiasta, chissà cosa ne pensa Marchionne!! Prima tappa della giornata è il sorprendente Canyon de Chelly, scorci panoramici affascinanti e prime bancarelle dei nativi ... nel visitor center trovo anche il libro sulle piante che stavo cercando per un'amica, ne descrive ben 138 con relativi possibili usi medicinali, spero che sarà contenta altrimenti le piante potrebbero diventare 139.
Riprendo l'auto e mi dirigo verso la meta clou della giornata la Monument Valley, che per descriverla basta il nome, giro per tre ore sulle strade sterrate che conducono agli 11 favolosi punti d'osservazione. In quello vicino all'immenso visitor center mi diverto a fotografare la gente che si fa le foto ricordo nei modi più strani possibili, tra tutti svetta una bella ragazza francese che prima si fa fotografare con un'immensa bandiera americana e poi con la guida Lonely Planet, una foto che metterà su Facebook. La zona di Kayenta dà casa, se così si può dire ai nativi, non c'è certo ricchezza da queste parti. Se il detto "donna al volante pericolo ambulante" è spesso vero, con le donne Navajo se ne ha conferma, la freccia proprio non sanno cosa sia, o magari ne hanno una vecchia concezione!! Malgrado i miei propositi guido anche di notte e le strade poco trafficate hanno ottime segnalazioni luminose. Arrivo a Page e comincio a cercare una camera disponibile, non sembra per niente facile.
Dopo alcuni no vacancy provo al Days Inn e qui mi viene drammaticamente detto che è tutto sold out, c'è posto solo al WallMart , o meglio al parcheggio del Wallmart. Resto li a cercare su internet e scopro che i primi posti liberi sono a Flagstaff (no comment!!). All'improvviso telefonano dal Motel6 che si è liberata una stanza, ringrazio il ragazzo della reception consigliando al suo capo una promozione per lui, e ridendo dico che ormai pensavo di passare la notte gratis invece che spendere 125 Dollari. Vado al Motel6 e la stanza libera non c'è più (la receptionist non si è capita con l'altro ragazzo!), è destino il Motel6 mi respinge ancora. E allora vado a mangiucchiare qualcosa da Mac Donald's sfruttando la connessione internet per prenotare la stanza di domani a Kanab (e ci mancherebbe di fare il bis!!) e poi via a dormire sotto un milione di stelle in un parcheggio con altre macchine adibite a camere da letto, per fortuna ho anche qualche birra ... poi domani dovrò anche fare la scorta per l'Utah.
Antelope e Gran Canyon
Notte impegnativa ma superata con slancio: che fisico!! Se non avessi dimenticato attaccata la sveglia del telefonino tiravo dritto, stavo anche facendo un sogno. Vado subito da McDonald's, aperto 24 ore, approfitto dei bagni ma non vedo niente che mi stuzzichi per colazione così alle 7 vado a gironzolare sul Lago Powell, un affascinante lago artificiale ma la vera prima meta della giornata è l'Antelope Canyon, sogno di tanti fotografi e allo stesso tempo difficilissimo da fotografare bene. E' piccolissimo ma allo stesso tempo grandioso, mi ricorda il Sik lo stretto canyon che all'entrata di Petra in Giordania conduce al favoloso Kazneh ed ha alle spalle una simile drammatica storia: diversi turisti sono morti a causa di un'improvvisa ondata d'acqua e da allora si può andare solo con una guida Navajo. Dicono che è caro visitarlo, 26 dollari ma è un'ora e mezzo di fascino indescrivibile. Page vive sul turismo, ci sono barche dappertutto e addirittura ville da un milione di dollari con sbocco sul lago. C'è anche l'horsepoint, una fantastica curva del Colorado River a 270 gradi visibile dall'alto che mette a dura prova le mie vertigini cosi come la successiva passeggiata al North Rim del Gran Canyon.
Purtroppo da Page la strada è chiusa e devo prendere la più lunga così passo da Kanab e verifico con successo la mia prenotazione, ne approfitto anche per lavarmi poi attraverso la bellissima Kanyab Forest vado al Gran Canyon. Bella anche questa visita ma se devo esprimere un parere, il South Rim è decisamente più consigliabile , ha scorci panoramici di maggiore effetto, il North è forse più consigliabile a chi fa escursioni a piedi. Nel tornare incontro un sacco di cerbiatti e cervi, guidare nei parchi abbisogna sempre d'attenzione e ancor di più al buio. Stamattina un gruppo di 48 italiani ha fatto la sua bella figura di cacca e per fortuna che nel mio piccolo gruppo di visitatori che per colpa loro ha dovuto aspettare un quarto d'ora in un angolino dell'Antelope Canyon nessuno capiva l'italiano, maleducati e prepotenti ... però io resto sempre orgoglioso di essere italiano e infatti ho precisato di esserlo anch'io ma di appartenere ad una sana minoranza. Intanto qua in Utah è cambiato ancora l'orario. Kanab vive molto di turismo e per cena mi incammino finchè trovo un bar frequentato da locali mangio un piatito tipico (carne arrosto, patate al forno e fagioli!!) e ascolto insieme a pochi avventori un cantante vestito da cowboy, alla fine sotto lampadari fatti in stile corna di cervo resto solo io e quattro procioni imbalsamati che giocano a poker. Non so perchè ma stasera ho molto sonno !!!
Zion e la seconda ghost town
E' domenica anche per me così stamattina me la prendo comoda, faccio una passeggiata per Kanab città deserta, se non fosse per il parcheggio strapieno vicino alle due chiese dei mormoni. Entro allo Zion, parco fantastico per paesaggi che trovo strapieno di turisti, effettivamente è domenica. Tante le soste fotografiche nei chilometri che portano al visitor center, dove bisogna lasciare la macchina, e la visita prosegue con una navetta gratuita che scarica dove iniziano i trekking, faccio diverse passeggiate. Comincio seriamente a pensare che non mi basteranno le schede fotografiche che mi sono portato! Mi bevo una birretta, giusto perchè in Utah sono contro gli alcoolici e il bar del parco mostra una grossissima licenza, e mentre guardo la mappa scopro che cè una ghost town vicino all'uscita, e allora comincio a fremere. Inizia la ricerca , non è per niente facile finchè a Rockville trovo una piccola freccia e imbocco la strada prima asfaltata poi decisamente sterrata e arrivo ad un cimitero con lapidi del 1800,c'è anche George Washington (non Lui!!) .... non sono il solo e tra gli altri (5/6 macchine) anche una famiglia con l'uomo tedesco che scopro essere un fotografo, ci scambiamo i biglietti da visita e ci promettiamo di passarci delle dritte sui luoghi abbandonati delle rispettive nazioni ... effettivamente la Germania potrebbe essere una delle mie prossime mete. Crafton è piccolina ma decisamente affascinante, c'è una casa bruciacchiata con divieto d'accesso e circondata da filo spinato, vedo dei bastoni che potrebbero servirmi per improvvisare una scaletta ma mi ricordo che sono negli States e allora rinuncio! Bello contento me ne torno sulla strada principale per andare in un'altra zona dello Zion National Park, i favolosi rossi Kolob Canyons, qui pochissimi turisti! Una coppia di anziani mi chiede se vista l'ora tarda ci sono dei problemi ad essere ancora nel parco, gli rispondo "in altri parchi non ho avuto nessun problema malgrado io abbia fatto tardi tante volte ... anzi tutte le volte!", scoppiano a ridere divertiti ma anche decisamente più rassicurati. Tutte le volte che chiudo l'auto suona il clacson (!!) e questa volta disturbo un fotografo che sta fotografando in atteggiamenti osè fuori dal finestrino di una land rover una modella (spaziale! n.d.r.). In strada vedo il limite più alto visto fino ad ora 80 miglia orarie, normalmente è consentito superare il limite di circa 5 miglia, questo ovviamente non è il caso. Tutte le volte che faccio qualche tratto di autostrada mi viene in mente il vecchio film "Convoy, trincea d'asfalto". Chiudo la giornata con una pizza pepperoni (salame) e olive nere nell'unico locale con possibilità di birre in Penowar.
Bryce Canyon e il ranger
Stamattina parto prendendo strade panoramiche ben sapendo che ho poco tempo da perdere perchè stasera dovrò fare molta strada. Vengo subito affiancato da due tacchini e capisco che la giornata presenterà delle sorprese, dopo poche miglia vengo bloccato da un immenso (non saremmo nemmeno in America!!) gregge e poi da un gruppo di bovini neri che si divertono a zigzagare per la strada. Raggiunta Panguitch imbocco la favolosa scenic highway 12 e subito rimango abbagliato dal Red Canyon, prima due tunnel poi un paesaggio da favola, vedo un cartello "photo trail" e non posso esimermi dal percorrerlo, picchi rossi e alberi morti, la manna per un fotografo appassionato.
Entro poi al Bryce Canyon, stupendo come tutti i parchi e sempre diverso dagli altri e ci trovo una simpatica coppia di giovani italiani entusiasti con cui mi trovo d'accordo nel dire che è difficile dire qual'è il parco visitato più bello. Salgo in macchina e faccio retromarcia, sfioro una macchina dei ranger e parte la luce blu!! Il ranger si avvicina all'auto e io resto fermo con le mani sul volante come da manuale, mi chiede la patente (e intanto penso che ho fatto quella internazionale per niente!) e poi va alla macchina a controllarla raccomandandosi con la mano sulla fondina di non muovermi, mi fa aprire tutti i finestrini e mi chiede se ho bevuto alcool: No! Chiede se ho alcoolici nell'abitacolo, no ho delle birre nel baule (e come cavolo si dice baule in inglese?) e poi mi fa scendere e mettere davanti all'auto e comincia l'interrogatorio: ho droghe, ho armi, ho bombe? Sono decisamente intimorito ma penso anche a come è ridicola questa situazione vissuta dal vivo e non vista su uno schermo, arriva un altro ranger che mi tiene d'occhio mentre il primo guarda nel baule (ovviamente dopo avermi chiesto il permesso!) e alla fine (un bel 20 minuti abbondanti, n.d.r.) mi augurano buon viaggio e mi lasciano andare non senza essersi raccomandati di non bere alcool prima di guidare ... e aggiungo io in silenzio di non tenerlo mai nell'abitacolo!! Mentre scrivo stappo una birretta e gliela dedico!!
Riprendo a gironzolare in lungo e in largo per il Bryce Canyon quindi riprendo la b12 e tra nuovi spettacoli naturali mi dirigo al Kodachrome Basin, come dice il nome un paradiso per fotografi, sembra quasi costruito ad hoc e ci fanno anche dei workshop organizzati dal National Geographic ... ci resto poco ma con tutto il tempo perso a sorpresa è meglio che mi metto in moto. Sosta volante a Junction dove tutti gli uomini hanno l'immancabile cappello da cowboy e poi mi immetto sulla Interstate 70, la stessa che prenderò per Denver, e mi avvicino a Moab. Mi fermo a Green Lake, vedo subito un bel cartello "no vacancy" e trovo da dormire solo al terzo colpo cosi prenoto subito anche per domani sera a Monticello. Chissà perchè ad ogni retro adesso vedo come delle luci blu!!!
Federal Shutdown
Pensavo che stesse cascando il governo in Italia e invece ieri è scoppiato il casino qui, si è chiuso il Governo Federale, Federal Shutdown e di conseguenza oggi tutti i parchi nazionali sono chiusi. Me ne mancavano giusto due, Canyonlands e Arches a cui tenevo moltissimo. Ci sono un sacco di turisti americani e non in giro spiazzati, non so esattamente di chi è la colpa, ma Obama mi aveva già deluso perchè aveva promesso di chiudere Guantanamo e non l'ha fatto e al suo posto mi ha fatto chiudere nei denti i Parchi!! Quelli statali sono aperti così vado subito al piccolo e carino DeadHorsePoint che già avevo in programma e che probabilmente non ha mai avuto tanti visitatori come oggi. Poi mi fermo all'arco di Wilson, sempre folla di turisti finchè imbocco una strada che mi porta ad un solitario e stupendo punto d'osservazione sui Needles, un pezzo di Canyonlands. Quindi è la volta delle pitture rupestri alla roccia del Newspaper, che invece per i Navajo è "una roccia che racconta una storia". Mentre mi dirigo a Monticello, vedo un ranch abbandonato, Melly's Place, sul cancello c'è il lucchetto, ma di fianco si può tranquillamente entrare e così vado, è carino, tutte casette in legno e mi sembra di sentire la voce di Fabrizio che mi grida "occhio ai serpenti!!", così giro solo esternamente. Arrivo al motel prenotato e trovo un receptionist tra i più scarsi mai trovati in giro per il mondo anche se alla fine da buon americano si dimostra anche gentile. Mi faccio un programmino per domani cercando di non allontanarmi troppo, vuoi mai che lo shutdown termini subito e riaprano i parchi? Non ho molte speranze anche perchè mi dicono che l'ultimo fu nel 1995 e durò ben tre settimane. Trovo un ristorantino dove mangiare una zuppa di fagioli e un bisteccone con patata al forno.
Colorado
Mai nome fu così azzeccato, con l'autunno alle porte i colori dominano la scena, dal giallo al rosso con spettacoli naturali da favola. Il federal shutdown ovviamente continua , davanti al Mesa Verde N.P. ci sono ben 7 macchine dei rangers a fare barricata. E io mi faccio un giro del Colorado, prima tappa Durango con i suoi vecchi eleganti saloon e poi mi inerpico per le montagne con bei paesaggi e tanta tranquillità. Mi fermo a Rico affascinante vecchia città mineraria fino ad arrivare a Telluride, città dove la libertà è un diritto, piena di hippies, artisti e radical chic. Lungo la strada c'è un parcheggio da cui si gode un eccezionale panorama di colori autunnali e montagne, ci sono almeno 40 fotografi con cavalletti e attrezzature varie, scopro che è il paesaggio più famoso e fotografato di tutto il Colorado. Mia meta è Gran Junction piena di motel e a 230 miglia da Denver, ormai il mio prossimo e finale obbiettivo. Mangio in un bar dove ricevo un sacco di complimenti per il mio inglese e tutti mi chiedono dell'Italia ma anche di cosa penso di questo mio primo viaggio negli States. Sono un po' cotto, di strada ne ho fatta veramente tantissima.
Fine del viaggio negli States
Lo shutdown continua, ormai con evidente responsabilità dei Repubblicani (pare una pessima ripicca per contrastare il clamoroso successo della riforma sanitaria voluta da Obama), e io prendo tranquillamente la strada verso Denver, imbocco subito la Interstate 70 poi me ne vado a fare un giro nella coloratissima Mesa. La strada scorre bene fino a 40 miglia da Denver dove c'è una grossa fila e velocemente esco per fare delle strade alternative quindi superato Idaho Springs rientro e poi mi mi immergo nel caotico traffico di Denver arrivando fino a casa di Fabrizio, dove con lui ad attendermi c'è anche Loretta la moglie.Serata nei bei bar della zona a mangiare hamburger e bere birre. Due passi per il centro storico di Denver tra grattacielli e vecchi palazzi, è un piccolo centro che si gira bene a piedi mentre dalla periferia ci si muove con una metro all'aperto. Salutata la coppia più bella di Denver comincio il lungo volo verso l'Italia, con ritardo della Delta da Denver e NewYork e conseguente secondo aereo preso di corsa, nella speranza che presto mi arrivi anche il bagaglio grosso!! Che dire un viaggio più che apprezzato insieme ad un amico che non vedevo da tempo ed una breve immersione in un paese che assolutamente non conoscevo. Una popolazione decisamente semplice e abituata alla gentilezza, soprattutto nei locali ... forse perchè incentivata dalle regole sulla mancia? Ordine nelle strade! Se l'utilizzo del cambio automatico mi ha causato due/tre inchiodate perchè scambiato per un normale cambio, qui in Italia nella prima giornata agli stop due volte mi sono dimenticato di cambiare e si è spento il motore!!! Parchi meravigliosi. Motel apparentemente a buon mercato ma se si è in 3/4 persone, non troppo si è soli! Molto più abbordabile sia la benzina che il cibo! Vista la regolamentazione sanitaria mi ero fatto l'assicurazione prima di partire, non essendo successo niente si è rivelata inutile ma la rifarei! In definitiva un viaggio molto appagante!! Li chiamo states e non stati Uniti, perchè adesso uniti non lo sono per niente, sempre sperando che il Federal Shutdown si risolva al più presto senza causare danni irreparabili non solo all'economia americana.
P.S. nella seconda parte del viaggio ho percorso 2820 miglia, che sommate alle prime 3217 raggiungono un totale di 6037 miglia percorse ovvero 9659 Km ... mica male!! E conferma il discorso che le distanze negli States hanno un valore diverso che nel resto del mondo.
Marco Cavallini
Itinerario del viaggio negli Stati Uniti
I racconti sono stati inizialmente pubblicati sul Blog "Tentativi digitali" dove sono presenti anche molte altre foto.
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1998 - 2022 Marco Cavallini
ultimo aggiornamento 19/10/2021