Arrivo a Denver
Finalmente dopo 20 anni circa ho preso su e ho raggiunto Fabrizio a Denver, è la mia prima volta negli States.
Arrivo a New York e passo i controlli velocemente malgrado il mio unico visto sul nuovo passaporto sia quello dell'Iran. Malgrado le mie paure al Jfk airport riesco a trovare un angolo per fumare qualche sigaretta. Faccio amicizia con una bellissima ragazza americana imbarcatasi anch'essa a Malpensa e la seguo per mangiare in un ristorantino dell'aeroporto così placo la mia fame con un miserissimo sushi al salmone!! L'aereo per Denver è in ritardo di un'ora, sembra di essere in Italia!! :-) Il biglietto me l'ero comprato con Volagratis, 750 Euro A/R. Finalmente dopo 4 ore sono a Denver e abbraccio il grande (in tutti i sensi!!) Fabrizio: da quanto aspettavamo questo incontro in terra americana!?
Mi cimento subito alla guida dell'auto americana con cambio automatico scoprendo che il freno a mano si toglie in maniera diversa da quella italiana; c'è un leggerissimo odore di bruciato ma niente di grave!! :-) Comincio a fare esperienza!! Due birrette nel bellissimo bar, con adeguata cameriera , vicino a casa così ne approfitto per soddisfare le richieste di Catie: ... voleva solo imparare alcune parolacce in italiano!!! Passiamo dal benzinaio a comprare le sigarette, è un ragazzone etiope e scopriamo di avere un amico in comune ad Addis Abeba: Fabrizio rimane sconcertato e vorrebbe rispedirmi a casa ma è solo l'inizio cosi capisce chi gli è arrivato in casa!!! Lunga dormita per smaltire le ore di volo e il notevole fuso orario, 8 ore, poi mentre lui è fuori a fare alcune commissioni io mi cimento con il caffè , tutto ok se non fosse che parte una musichetta: o cavoli cosa ho combinato? Niente è che ha una moka che quando è pronta comincia a fare musica .... no comment!! Nel frattempo faccio amicizia con la vicina e litigo con tre grossi scoiattoli che non vogliono farsi fotografare ma alla fine vinco io. Benvenuto negli Stati uniti d'America!!!
Da Denver a Buffalo
Malgrado gli allagamenti di questi giorni la interstate 25 è di nuovo accessibile e noi partiamo per la nostra marcia di avvcinamento verso Yellowstone. Spazi sconfinati e tutto grande, immense roulotte, grandi camion e grandi sacchetti di patatine. Brevi e veloci soste per mangiucchiare qualcosa, ci siamo preparati panini e abbiamo un bel frigo pieno di ghiaccio. Piove! Comincia ad essere tardi e Cody è ancora lontano così decidiamo di fermarci a Buffalo, un paesino decisamente da film western e andiamo ad alloggiare al vecchio Occidental Hotel con arredamento decisamente vecchio West ... anche la padrona si adatta bene all'arredamento! Non ci facciamo mancare nemmeno un giretto al vicino saloon per una birretta che concilia il nostro sonno. Io non ho ancora superato l'effetto del fuso orario quindi una bella dormita è fortemente desiderata. Durante il viaggio Fabrizio ne approfitta per cimentarsi con il dialetto borghigiano che non parla da anni, sono 20 che vive negli States tra Pittsburgh e Denver ... e comunque con il dialetto non è mai stato bravo!
Arrivo a Yellowstone
Il primo approccio con Yellowstone è grandioso.
Gironzolando per Buffalo ho scoperto che gli americani salutano e questo mi fa molto piacere. Lasciato l'hotel storico di Buffalo prendiamo strade panoramiche con montagne colorate e la bella foresta di Shoshone fino a Cody. Panorami immensi e piccoli canyon fino alla prima bella diga da cui poi arriviamo all'entrata east di Yellowstone, grandi pinete con tanti alberi malati e stupendi laghetti fino al bellissimo lago di Yellowstone. Fumarole, soffioni ebollizioni sulfuree immerse in un panorama da capogiro con le belle upper falls e il mio primo incontro ravvicinato con i bisonti.
Che bello trovare dei cessi dovunque con tanto di carta igenica ma meno bello trovare anche mega negozi pieni di armi da fuoco ben esposte!! West Yellowstone è tutta sold out ma riesco gentilmente a convincere due ragazze di un motel a fare qualche telefonata e troviamo da dormire ad Ashton, a circa 40 miglia. Prima ci mangiamo un signor hamburger di bisonte. Sulla strada immensi camper con a traino piccole macchine, spesso mini fuoristrada per girare nel parco. Ho dato solo una prima occhiata a Yellowstone ma è veramente emozionante, sarebbe bello trovare anche un orso. Fatto il pass da 80 Dollari che mi consentirà di visitare tutti i parchi nazionali. Mi sto abituando alla guida con cambio automatico, infatti le inchiodate stanno diminuendo sensibilmente .... piano piano ce la faccio, anche se devo ancora capire bene gli incroci ma Fabrizio è un ottimo maestro e ormai anche un americano del sasso!!!!
Yellowstone
Dall'Idaho torniamo in Montana e da qui di nuovo nel Parco di Yellowstone in Wyoming: ma quanti stati facciamo?
Caffettino volante a West Yellowstone prima di entrare nel parco con un tempo pessimo, prenderemo acqua, grandine e freddo per non parlare dei fulmini notevoli ... malgrado il tempo inclemente e qualche fortuito sprazzo di sole il Parco è decisamente affascinante, non vediamo molti animali ma il Gran Canyon di Yellowstone è fantastico, lo vedo sia sotto la grandine che con il sole!! D'altronde siamo in montagna. Fabrizio sottolinea che non è niente confronto al "vero" Gran Canyon! I posti che più apprezzo sono quelli attorno a Mammoth Spring con formazioni rocciose simili a quelle viste in Nuova Zelanda ed una notevole puzza di zolfo, alberi secchi e panorami danteschi, per non dimenticare però un favoloso tramonto sul fiume. Inzuppato come pochi per le camminate sotto l'acqua torno in macchina e con Fabrizio torniamo a West Yellowstone dove troviamo posto nello storico Madison Hotel. Cena abbondante all'Old Canyon e due passi per il paesino sempre pieno di turisti, tutto ruota attorno al grande parco. Sono anni che non viaggiavamo insieme e ridiamo molto, tra barzellette e vecchi ricordi. Domani si torna allo Yellowstone per concludere la visita, malgrado il tempo (che non butta bene!) il Parco merita alla grande!!! E magari incontrassimo anche Yoghi! :-)
Verso lo Utah
Breve passeggiata per West Yellowstone e solito caffè nella caffetteria-libreria con cameriera bella e simpatica. Tornati a Yellowstone tra sprazzi di neve e momenti senz'acqua visititamo Norris e Old Faithful, le zone di geysers più interessanti ... panorami affascinanti con alberi bruciati vicino a soffioni e lunghe passerelle di legno che attraversano questi angoli senza vita, tutt'attorno immense pinete e fiumi di montagna. C'è un sacco di turismo americano e non.
In auto sempre musica da due favolose radio Classic Vynil e Rewind Classic sempre che Fabrizio non voglia ascoltare le partite di baseball o football americano delle squadre di Pittsburgh. Un po' di sole ci accompagna mentre attraversiamo i Grand Teton, montagne immense tra dighe e boschi di betulla fino a Jackson, detta anche Jackson Hole, località sciistica da cui poi prendiamo la 89 South e attraversiamo diverse foreste del Wyoming passando anche da Etna, 164 abitanti, e la più popolosa Paris. Al Subway compriamo due panini e metto in crisi il cameriere facendogli mettere dentro solo un tipo di salame un formaggio e dei pomodori e non da buon americano tre tipi di salume due di formaggio e insalata a non finire!!
Non sono abituati alla moderazione alimentare..... e sprecano anche tantissimo! Le città dello Utah presentano immensi templi mormoni, sfavillanti e protetti da recinzioni che non permettono agli "estranei" di avvicinarsi. Proviamo un Motel 6 ma Fabrizio è sconcertato dalla sporcizia delle lenzuola quindi ci ributtiamo in strada per Salt Lake City. Purtroppo il costo degli alberghi è un pò alto e il mio budget ne risente molto ma così è l'America e non ne sono sorpreso più di tanto.
Da Salt Lake City al Sud
Salt Lake City è sicuramente il posto migliore per approcciarsi ai mormoni, la cui religione sinceramente conoscevo pochissimo. Grandissimi templi a cui si può accedere e fotografare, ragazze gentilissime disponibili per ogni domanda ma anche grosse recinzioni e impossibilità di accesso al tempio principale. Una signora bionda in stile kapò tedesco gentilmente ma con grande convinzione ci spiega tante cose e soprattutto sottolinea che questa non è una setta ... sarà!!? Contentissima ci annuncia che hanno costruito il primo grande tempio a Roma e che per un mese prima della consacrazione sarà di libero accesso a tutti, dopo come sempre solo agli adepti!!! Visita molto interessante ma che mi lascia molto perplesso.
E' quindi la volta dell'immenso lago salato con lunghe strisce bianche e lastre di sale che sembrano ghiaccio, lo costeggiamo per centinaia di miglia ed è effettivamente un luogo affascinante, magari non paragonabile con il favoloso Salar de Uyuni, ma senz'altro me lo ricorda. Arriviamo in Nevada e fin dal primo paesino troviamo grandi casino e slot machine dovunque, Reno si supererà in quanto a ricordarmi Las Vegas in cui metterò piede tra qualche giorno. Non so come mai ma oggi Fabrizio in camera non sopporta le mie calze!!! Buona mangiata di maiale all'Old 365 di Carson City, tra locomotive e vecchie cisterne dei pompieri, stasera è anche la prima volta di un motel Super8 e si presenta molto bene.
Sempre gentilissimi gli americani conosciuti, oggi; per tre volte ho chiesto di fare fotografie e due volte sono stato accolto da un gentilissimo sì come molto gentile è stato il diniego di una maestrina davanti alla sua scolaresca in costume pioneristico davanti al Capitol di Salt Lake. Tante le miglia macinate oggi con paesaggi brulli ma affascinanti, ed effettivamente si capisce la poca popolazione del desertico Nevada, tutto dedito al gioco d'azzardo. Se le macchinette distributrici di bibite sono altissime e lanciano dall'alto la bottiglietta di CocaCola ghiacciata, nessuno poi può lamentarsi che il pavimento dell'atrio è sporco dopo che uno senza pensarci ha aperto la bottiglietta e si è anche lavato per bene!!!
Arrivo a San Francisco
Salutiamo Carson City ... avrà qualcosa a che fare con l'amico di Tex Willer? ... e costeggiamo il famoso lago Tahoe immersi in un'infinita pineta. Assaggio la mia prima pizza americana con salame e acciughe e poi entriamo in California e ci accoglie un bel traffico stradale. In autostrada scopro l'esistenza di una carreggiata di favore abilitata alle sole car pool, ovvero alle macchine che hanno almeno due o tre passeggeri, un modo originale di combattere l'inquinamento.
Attraversiamo il mitico Golden Gate, che fotografo da ogni angolo, e siamo a SanFrancisco. Mi colpisce subito lo skyline e l'isolotto di Alcatraz che giace solitario nell'incantevole baia. Gironzoliamo per le strade rese famose da un noto e vecchio telefilm fino a raggiungere i moli, sembra di essere in un pittoresco e ammaliante centro commerciale, con mille attrattive e tanti musicisti di strada. Il mio obbiettivo è il Pier 39 dove vive una vasta colonia di leoni marini, c'è una bella puzza ma i loro versi e la loro buffa e sorprendente agilità (tipo quella dei trichechi!!) mi divertono e mi affascinano per una mezzora abbondante. Partiamo alla ricerca di un famoso bar in cui le ragazze servivano ai tavoli in abiti succinti ma sapendo del mio arrivo il locale ha chiuso ... non ho parole! Allora mi rifaccio mangiando un immenso panino alla polpa di grancio in Fisherman's Warf prima di inserirci tra la folla dell'America's Cup.
Bella città San Francisco ma dopo un pò io devo uscirne, il mio spirito campagnolo mi impone posti meno affollati. Nel frattempo Fabrizio si prodiga a insegnarmi le consuetidini americane, faccio fatica ma piano piano comincio a capire l'usanza della mancia, sempre un 15% nei bar e nei ristoranti ma anche qualche dollaro nelle camere d'albergo per le signore delle pulizie che guadagnano pochissimo. Piano piano mi abituerò ... e intanto penso ai vini della Napa Valley.
Yosemite e la solita pioggia
Il settimo giorno di viaggio, come da consuetudine, porta un po' sfortuna. Dormo male e mi sveglio con un pessimo mal di gola (l'aria condizionata colpisce ancora!!) che con una buona dose di propoli e aspirina riesco a rendere accettabile, almeno riesco a parlare.
E come al solito quando arriviamo in un parco ci accoglie acqua a catinelle mista a grandine. Bagnandoci un pò riusciamo a visitare un pezzo di Mariposa Groove con i suoi favolosi sequoia giganti ... la grandine caduta crea un'affascinante effetto neve e tra gli alberi corre tranquillo un gruppo di piccoli cerbiatti. La maggior parte dei turisti sta in macchina attendendo un attimo di pausa della pioggia, c'è una coppia di tedeschi e una simpatica indiana che presto verrà a visitare l'Italia e con cui ci fissiamo un appuntamento a Reggio Emilia. Appena usciamo dal parco torna il sereno! Comincio a prendere conoscenza con le ottime catene di motel come Super8 e Travelodge, puliti e con prezzi più che accessibili, quindi anche molto frequentati.
Per fare benzina si entra e si paga un prezzo stimato, se poi per caso se ne fa di meno si rientra a ritirare l'eccedenza, motivo per cui Fabrizio mi ha consigliato di usare qua i contanti mentre per tutto il resto si usa sempre la carta di credito. Ceniamo al banco da Applebees, una catena di pub con al muro le immagini degli sport nazionali con riferimento alle squadre locali, stasera i piatti sono al 50%, molto bene! E domani speriamo che il cielo stellato di stasera si trasformi in una buona giornata, vuoi mai vedere!? E mentre scrivo in diversi stanno facendo rifornimento gratis di ghiaccio nel motel per il frigo portatile che quasi tutti hanno sulla macchina.
Amichevole Yosemite
Una gran bella giornata. Fabrizio si è giocato il jolly, è entrato in un supermercato e bello soddisfatto è uscito dicendomi "veh cosa ti ho comprato!" ... un bel poncho impermeabile e così ci siamo visitati lo Yosemite sotto un sole incredibile.
A parte la mia innata difficoltà nella pronuncia di questo parco, Yosemite è veramente eccezionale, montagne di granito che escono dalla foresta e sono sicuramente un sogno per i climbers ma anche per i fotografi come me. Half Dome e Capitaine spiccano maestosi. Tante le soste fotografiche mentre riusciamo clamorosamente a trovare una radio che fa sentire in diretta la partita del Milan (visto il risultato forse era meglio evitare!!).
Cerchiamo anche di andare a visitare Bodie, una ghost town ma purtroppo è troppo tardi e allora andiamo a cercare da dormire a Mammoth Lake, scartiamo il fatiscente Econolodge e puntiamo l'HolidaysHaus Motel gesito da una simpaticissima signora, Fabrizio controlla la stanza e approva ... malgrado lo spavento nel trovarsi di fronte una farfalla ... non un orso !!! :-) Purtroppo di orsi non ne abbiamo visti, qui sconsigliano di lasciare cibo in auto per non trovarsela distrutta e ovviamente tutti i bidoni hanno aperture complicate per contrastarli.
Dopo aver girato tre ristoranti tutti con la cucina chiusa entriamo al Lanakuki, un bar gestito da un neozelandese di Nelson (con cui ci intortiamo sulle bellezze naturali e sull'organizzazione turistica della Nuova Zelanda) in cui mangiamo un ottimo ed immenso hamburger con sottofondo musicale degli ottimi Specials. A parte il netto trionfo dei Jethro Tull su Burt Bacharach nelle radio, direi che sono i Rolling Stones il gruppo più ascoltato nei vari locali fin qui frequentati. Ridiamo sempre molto, erano almeno 25 anni che non viaggiavamo insieme e non ci frequentavamo, per cui cose da raccontarci io e Fabrizio ne abbiamo molte. Adesso ci aspetta la Death Valley, a me preoccupa il caldo, a Fabrizio i sepenti a sonagli e gli scorpioni ... ma sarà sicuramente un successo!!
Malgrado il freddo esco a fumarmi l'ultima sigaretta e come al solito trovo qualche complice, è una signora che subito mi saluta sorridendo con il pacchetto in mano. Qua le Camel costano dai 4 ai 5 Dollari con l'eccezione del Nevada dove le ho pagate 9 Dollari! Divieto di fumare nei locali ma anche obbligo di fumare ad almeno 5 metri dall'entrata.
Dalla ghost town alla lost town
Mentre fumo la prima sigaretta del giorno faccio subito amicizia con gli scoiattoli del posto, veloce colazione e partiamo per la Death Valley ma al nostro arrivo con un bel caldo dobbiamo attendere per quasi un'ora il passaggio dei camion che stanno asfaltando la strada.
Prima tappa è Stopevive Wells con le dune di sabbia e gli alberi morti, un paesaggio che subito mi affascina, poi andiamo alla ricerca di Ryolite una piccola ma affascinante ghost town, era una vecchia cittadina mineraria ora abbandonata ma con un piccolo museo all'aperto di arte contemporanea. Ci accoglie con cartelli del tipo "attenzione ai serpenti sonagli" ma la visita mi eccita alla grande, sono questi i luoghi che più mi affascinano. Superate le ore più calde e scesi sotto al livello del mare visitiamo la coloratissima Artist Drive e Badwater fino alla fermata finale nel posto più bello, il leggendario Zabriskie Point immortalato anche dal grande Antonioni.
Troviamo un accogliente baretto a Shoshone per un hamburger al tofu ... ho sbagliato ordinazione ma ci sta!! E poi dal buio delle strade del deserto in Nevada con una mezza luna all'orizzonte ecco apparire le luci sfavillanti di Las Vegas, certo che da Ryohlite a Vegas c'è una bella differenza. Alloggiamo all'Orleans e mentre Fabrizio va ad ascoltare un dj suo pupillo, il reggiano Benny Benassi, io mi immergo in questo che non è certo il mio mondo ideale, ma l'umanità non manca e nemmeno le slotmachine, dovunque ce n'è una. Mi siedo a bere una birra e mi trovo davanti un video poker, ci lascio solo un Dollaro e poi tra una sigaretta e l'altra (qui si può fumare quasi dappertutto) m'incammino ad osservare tanti obesi e tantissimi orientali persi davanti alle macchinette, e sempre riveriti da cameriere in abiti discinti e sempre sorridenti: è proprio un luogo di perdizione. Però fatta una bella doccia ed una sana dormita domani voglio visitare la famosa strip, il vialone con tutti gli alberghi-casino più famosi. Già questo Orleans, forse piccolo, ha di tutto, dal teatro al cinema, migliaia di macchinette e tavoli da poker, pasticcerie e fast food, negozietti vari e macchinette con le sigarette e ogni angolo è una luminosa sorpresa per smollare dei soldi!!
Itinerario del viaggio negli Stati Uniti
I racconti sono stati inizialmente pubblicati sul Blog "Tentativi digitali" dove sono presenti anche molte altre foto.
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ultimo aggiornamento 20/10/2021